
Pace fiscale, botta e risposta Salvini - Ruffini. Rottamazioni, meno entrate del previsto
Il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate replica al vicepremier, in particolare in risposta all’affermazione del leader della Lega durante il weekend sui "milioni di italiani da anni ostaggio delle Entrate”. Intanto, dai dati del Fisco sulle rottamazioni avviate tra il 2016 e il 2018, emerge che gli incassi sono stati decisamente più bassi del previsto

Nel giorno in cui la riforma fiscale del Governo Meloni è approdata in Senato, con l'obiettivo di essere approvata definitivamente dal Parlamento prima della pausa estiva, è iniziato un vero e proprio botta e risposta tra il direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini e il vicepremier Matteo Salvini. Il tema della discussione: la pace fiscale di cui però non c’è traccia nel testo a palazzo Madama
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La polemica è iniziata con la replica di Ruffini alle affermazioni fatte nel weekend da Matteo Salvini sui "milioni di italiani da anni ostaggio delle Entrate”. Il direttore generale dell’Agenzia non ci sta e ha sottolineato: “Combattere l'evasione fiscale non vuol dire perseguitare i contribuenti, ma è un atto di giustizia”
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Il ministro delle Infrastrutture, invece, ha continuato dritto per la sua strada, ribadendo la necessità di una pace fiscale che, a suo dire, rappresenterebbe solo "un vantaggio per lo Stato”. E se il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, del partito della premier, ha preso le distanze dai propositi del leader leghista, Forza Italia ha aperto: "Siamo sempre stati favorevoli a una pace fiscale e sono ben lieto che la Lega e Salvini scelgano di seguirci su questo piano", la posizione del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani

Intanto, in base agli ultimi dati forniti dall'Agenzia delle Entrate in Parlamento, ad aderire alla rottamazione delle cartelle sono stati meno contribuenti del previsto. E poi, spesso, dopo aver pagato la prima rata si è deciso di non versare le altre. Guardando alle rottamazioni avviate tra il 2016 e il 2018, anche gli incassi sono stati decisamente più bassi del previsto: 19,9 miliardi di euro rispetto ai 53,9 ipotizzati

Mancano invece ancora i dati della Rottamazione quater, che i contribuenti avevano la possibilità di pagare fino a giugno scorso, ma che prevedono anche tre mesi di proroga per le zone alluvionate: in questo caso si registrano solo le istanze (3,8 milioni) che riguardano poco più di 3 milioni di contribuenti

Durante l'audizione al Senato sulla delega fiscale, l'Agenzia delle Entrate ha poi fornito anche un altro dato, ancora più imponente degli altri: quello del magazzino dei crediti fiscali non riscossi

Si raggiungono i 1.153 miliardi di euro: 170 milioni di cartelle di pagamento che contengono circa 290 milioni di singoli crediti affidati dagli enti creditori all'Agenzia delle Entrate, per le attività di recupero nei confronti di quasi 23 milioni di soggetti debitori

La prima edizione della Rottamazione, datata 2016 e adottata dal governo Renzi, ha portato in cassa circa 8,4 miliardi di euro, riducendo il 'magazzino' dei crediti da riscuotere di circa 12,3 miliardi. Ma la riscossione prevista era di 17,8 miliardi. I governi hanno poi esteso a fine settembre 2017 il periodo di sanatoria con la Rottamazione bis che si ipotizzava potesse portare 8,5 miliardi e che invece ne ha fruttati solo 2,8

Ad usufruire di queste due Rottamazioni sono stati complessivamente 2,3 milioni di contribuenti. Non è andata meglio con la Rottamazione ter del governo Conte 1: questa terza finestra di sanatoria ha esteso il periodo e poi allargato progressivamente la possibilità di adesione anche a chi non aveva pagato le regolarizzazioni precedenti. Ma, anche cambiando i fattori, il risultato non è cambiato: hanno aderito 1,4 milioni di soggetti e il gettito si è attestato a 8 miliardi a fronte dei 26,3 che si riteneva poter recuperare

Nel 2018, poi, il governo ha introdotto il 'Saldo e Stralcio', per soggetti in gravi difficoltà economiche, azzerando sanzioni e interessi: ne hanno approfittato poco meno di 400mila soggetti versando 700 milioni di imposte a fronte di 1,3 miliardi previsti. Le sanatorie sono andate avanti anche dopo. Nel 2018 sono stati cancellati i debiti sotto i 1.000 euro, nel 2021 quelli fino a 5.000 euro. Sono poi stati riaperti i pagamenti per il Rottamazione Ter e per il Saldo e Stralcio. Ma dati complessivi su questi provvedimenti non sono poi mai stati forniti

Rimane nell'aria la valutazione espressa nel maggio 2022 da Ruffini, che aveva ipotizzato come - a fronte di una massa enorme di crediti non riscossi - solo "decine di miliardi, comunque sotto i 100 miliardi" sarebbero quelli realmente recuperabili. Una montagna che nemmeno le sanatorie sono riuscite a scalfire, visto che l'impatto delle prime tre rottamazioni e del Saldo e Stralcio ha ridotto il 'magazzino della riscossione' di 'soli' 30,4 miliardi una goccia nel mare di 1.153 miliardi non riscossi
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