
Nell'incontro di mercoledì 11 luglio tra il ministero del Lavoro e i sindacati verrà affrontato il tema della previdenza per chi oggi è un giovane lavoratore. Si discuterà di una sorta di "pensione di garanzia" per evitare che i precari di oggi abbiano in futuro una pensione troppo bassa

Nell'incontro di mercoledì 11 luglio tra ministero del Lavoro e sindacati verrà affrontato il tema della previdenza per chi oggi è un giovane lavoratore. Si discuterà di una sorta di "pensione di garanzia", per evitare che i precari di oggi abbiano in futuro una pensione troppo bassa
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Sul rischio di una pensione da fame per i giovani si è espressa anche la Corte dei conti nel Rapporto 2023 sul coordinamento della finanza pubblica. Nel testo è stata approfondita la posizione dei lavoratori quarantenni, ai quali si applica integralmente il calcolo contributivo della pensione introdotto con la riforma Dini, entrata in vigore nel 1996
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Dal database dell’Inps è stato estratto un campione di 56 mila lavoratori, "rappresentativi di una popolazione di quarantenni assicurati pari a 486 mila". Secondo quanto emerso, il 28% dei giovani ha una retribuzione lorda sotto 20 mila euro annui, con conseguenze dirette sul montante contributivo accumulato finora
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Dal rapporto risulta che accanto a situazioni solide, come quelle del comparto sanitario e delle forze armate, "per tutte le altre tipologie di lavoratori considerate, la consistenza degli 'zaini' previdenziali (ovvero il montante ) appare relativamente modesta e non supera i 100 mila euro in 6 casi su 11"

Le posizioni peggiori emergono tra i coltivatori diretti, con un valore mediano del montante accumulato di 66mila euro. Particolarmente fragile anche la situazione dei parasubordinati, con 54 mila euro, e di chi oggi risulta disoccupato, 74 mila euro

La richiesta dei sindacati, contenuta nella piattaforma Cgil, Cisl e Uil, è quella di creare "una pensione contributiva di garanzia, collegata ed eventualmente graduata rispetto al numero di anni di lavoro e di contributi versati"

Inoltre, secondo i sindacati la pensione di garanzia dovrebbe considerare e valorizzare anche "i periodi di disoccupazione, di formazione e di basse retribuzioni per poter assicurare a tutti un assegno pensionistico dignitoso, anche attraverso il ricorso alla fiscalità generale"

Dato che la pensione di garanzia avrebbe costi molto elevati, è possibile che vengano percorse altre strade. Tra le ipotesi c'è quella di un potenziamento della contribuzione figurativa per i periodi di studio e all’incentivazione della previdenza integrativa

Dopo l'incontro dell'11 luglio tra sindacati e ministero del Lavoro ce ne saranno altri: il 18 luglio si parlerà di flessibilità, il 5 settembre di Opzione donna e il 18 settembre della previdenza complementare. Il tutto in vista della legge di Bilancio 2024
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