Bce, Lagarde ribadisce: "Abbiamom ancora tanto da fare sui tassi"

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Durante il panel conclusivo del forum di Sintra, la presidente dell'istituto ha confermato le parole di ieri sul rialzo dei tassi previsto per luglio: "Resta ancora da fare e come ho detto siamo dipendenti dai dati, decidiamo di riunione in riunione, ma sappiamo che abbiamo ancora strada da fare"

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Nessun passo indietro, anzi, Christine Lagarde conferma le sue parole di ieri a proposito del rialzo dei tassi previsto per luglio, affermando, nel panel finale del forum di Sintra: "Abbiamo fatto molto ma molto resta ancora da fare, e come ho detto siamo dipendenti dai dati, decidiamo di riunione in riunione, ma sappiamo che abbiamo ancora strada da fare".

"Il rischio di recessione è presente"

"Non stiamo considerando una pausa nei rialzi dei tassi - ha detto ancora Lagard -, non vediamo evidenze tangibili che l'inflazione sottostante stia scendendo e in particolare che che i prezzi si stiano stabilizzando e scendendo. Vogliamo restare in territorio restrittivo abbastanza a lungo per riportare l'inflazione al 2%. Il nostro scenario di base non include una recessione come conseguenza dei rialzi dei tassi, ma il rischio c'è sempre. Il primo trimestre la crescita della la zona euro è stata stagnante, mentre per il secondo trimestre non ci sono grandi speranze che ci sarà una ripresa significativa, e poi nel terzo trimestre sarà moderata. Per l'anno 2023, - ricorda ancora Lagarde -, la Bce prevede una crescita di 0,9%". Parole che già ieri avevano ricevuto la condanna di Tajani e Salvini, al quale oggi si aggiunge Emanuele Orsini: "Siamo molto preoccupati dell'andamento dei tassi d'interesse, soprattutto alla luce dell'annuncio fatto ieri da Christine Lagarde su un nuovo aumento dei tassi a luglio" ha detto il vice presidente di Confindustria per il credito, la finanza e il fisco, in occasione della presentazione del Rapporto Regionale Pmi 2023, realizzato da Confindustria e Cerved, in collaborazione con UniCredit. "Il credito è divenuto repentinamente molto più caro. A giugno il costo del denaro è arrivato al 4% e sta spiazzando la domanda delle imprese, come emerge chiaramente anche dal Rapporto Regionale Pmi. La questione è seria. Si tratta forse della principale preoccupazione delle imprese in questo momento. L'aumento dei tassi rende più tesa la loro situazione finanziaria, in un momento in cui escono già fortemente indebitate dalla crisi pandemica e da quelle generate dal caro energia e dal conflitto russo-ucraino. L'effetto è che viene a mancare un sostegno a produzione e investimenti. Il sostegno è invece essenziale per consentire alle imprese di affrontare le sfide della transizione sostenibile e digitale in atto. Una parte delle risorse - aggiunge - potrà venire dal Pnrr, che potrebbe essere appositamente rimodulato; non dobbiamo dimenticarci che è stato disegnato nel 2020. Resterà comunque un funding gap importante e il ruolo del settore finanziario sarà determinante nel sostenere la transizione delle imprese verso la sostenibilità e più in generale nell'accompagnarle verso una piena consapevolezza e l'integrazione dei principi Esg nelle loro strategie".

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