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Monete rare, ci sono lire del 1947 che possono valere più di 4mila euro

Economia

L'ultima asta numismatica di Aste Bolaffi, che si è tenuta a Torino dal 7 al 9 giugno, ha raggiunto un risultato finale record: 4,7 milioni di euro. Tra le rarità negli oltri 2mila lotti proposti si trovavano anche delle monete da 1,2, 5 e 10 lire, coniate dalla Zecca di Roma e opera del medaglista e scultore bolognese Giuseppe Romagnoli, che sono state aggiudicate per 4mila 400 euro

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Ci sono monete da 1, 2, 5 e 10 lire, del 1947, che valgono più di 4mila euro. È la serie dei quattro valori, coniata dalla Zecca di Roma, opera del medaglista e scultore bolognese Giuseppe Romagnoli. Le monetine sono state vendute all’Asta Bolaffi che si è tenuta a Torino pochi giorni fa, dal 7 al 9 giugno: messe all’asta a partire da 3mila euro, c’è chi se le è aggiudicate pagandole in tutto 4mila e 400 euro. Chi le trovasse in casa, adesso sa a quanto può ammontare il loro valore. Attenzione però. Gli esemplari che hanno raggiunto questa cifra record erano tutti FDC, fior di conio, quindi perfettamente conservati sia nel materiale che nella sua lucentezza (LE 500 LIRE CHE VALGONO FINO A 12MILA EURO - I DUE EURO CHE VALGONO FINO A 2MILA EURO).

L’Asta Bolaffi: 4,7 milioni di euro totali

L’ultima edizione dell’asta numismatica di Aste Bolaffi ha superato tutti i record mai raggiunti in precedenza: non erano mai stati proposti così tanti lotti (quasi 2800, per due cataloghi). Ma è il risultato totale a fare ancora più rumore. Includendo anche i diritti, questa volta si è arrivati a 4,7 milioni di euro. Venduto l’85% dei lotti proposti.

I lotti migliori

Sul sito dell’Asta si legge che il “top lot assoluto”, aggiudicato per 102mila euro – più del doppio della base d’asta – “è il Multiplo da 20 zecchini di Giovanni II Corner, proveniente dalla Collezione E.S. di monete italiane, composta nel 1960-1980 da un lungimirante collezionista”. Ed è sempre dalla stessa raccolta che arrivano ad esempio “altri brillanti realizzi, come quelli dell’80 Lire di Carlo Felice del 1831, venduto a 61 mila euro, e dello Scudo della Croce in oro da 10 zecchini di Alvise III Mocenigo, aggiudicato a 44 mila euro”. Il secondo catalogo d’asta si concentrava nello specifico sulle monete antiche, quelle dell’Italia preunitaria. In questa categoria “spiccano i risultati del raro 100 Lire 1864 (51.200 euro) e del Doppio Ducato di Guglielmo II Paleologo (33 mila euro)”.

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