
Caro affitti, verso il canone concordato e Milano in 5 fasce. Gli studenti: “Non basta”
Si punta a trovare una tariffa che non svantaggi i piccoli proprietari ma che al tempo stesso non faccia salire i valori degli immobili, che verrebbero poi alzati in base alla metratura. Intanto, l’assessorato alla Casa punta a nuova strategia abitativa: meno affitti per i turisti – quindi meno Airbnb – e più alloggi popolari

Si muovono i primi passi nel capoluogo lombardo per cercare di abbassare il prezzo degli affitti contro cui protestano gli studenti ormai da giorni. L'obiettivo è arrivare entro giugno a un accordo tra le parti - Comune di Milano, Città Metropolitana, sindacati e associazioni dei piccoli proprietari - per incentivare il canone concordato diffuso sulla città metropolitana, a beneficio sia degli studenti sia dei lavoratori e in generale di tutti coloro che devono far fronte alle spese di un affitto in una città come Milano dove il ceto medio è in affanno
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È stato istituito un tavolo a cui partecipano anche le rappresentanze degli universitari, fautori delle proteste in tenda. Si riunirà ogni mercoledì fino a che non sarà trovato un accordo. Il compito delle parti, ha spiegato l'assessore comunale Pierfrancesco Maran al termine dell'incontro che si è tenuto a Palazzo Isimbardi, sede di Città Metropolitana, è "provare a fissare una tariffa per ognuna delle fasce che individueremo"
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato sulle notizie di economiaL’idea sul tavolo è infatti la semplificazione della suddivisione territoriale di Milano: da 60 microzone a cinque fasce sull’area metropolitana. In base a queste si effettuerebbe il calcolo del valore di locazione. Si punta a trovare una tariffa che non svantaggi i piccoli proprietari ma che al tempo stesso non faccia salire i valori degli immobili, che sarebbero poi alzati in base alla metratura
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Al di là di quanto può fare il comune, ci sono le richieste al Governo. A partire, come sottolineano gli universitari, da "un fondo di sostegno al diritto allo studio e agli affitti di circa 1 miliardo" che si declinerebbe su Milano in 173 milioni
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Per gli studenti, comunque, "il canone concordato non può essere la soluzione”, ma solo “un pezzettino, un primo passaggio. Il valore medio di una stanza a Milano è di circa 700 euro, un tirocinante ne prende 500, come da normativa regionale"

Il differenziale del 15% dato dal canone concordato, numeri alla mano, non basterebbe. Eppure "l'attenzione della politica in generale è molto bassa: noi stiamo ponendo questioni concrete e ci sentiamo rispondere che vogliamo bere lo spritz in centro”, chiudono gli studenti. “Se questo è il livello del dibattito pubblico, che peccato"

Intanto, l’assessorato alla Casa di Milano punta a nuova strategia abitativa: meno affitti per i turisti – quindi meno Airbnb – e più alloggi popolari. È stata approvata dalla giunta ed è basata sui risultati del Forum dell'abitare dello scorso marzo

Le case popolari passerebbero da 22 a 25mila entro il 2030 e la loro gestione passerebbe a Società casa. In questo rientra il progetto avviato per affittare appartamenti popolari sfitti a lavoratori a un canone agevolato a condizione che siano loro a fare i lavori di ristrutturazione

Il Comune di Milano introdurrà inoltre nelle prossime settimane un contributo per i genitori under 35 che vivono in affitto con un figlio nato o adottato nel 2023. Si tratta di un bonus triennale da 9mila euro (250 euro mese). "Il maggior contributo alla natalità - sottolineano da Palazzo Marino - presente oggi in Italia"
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