Assicurazioni, l’ipotesi: ridurre Rc auto aumentando prezzo carburante. A chi converrebbe?
In Commissione Finanze della Camera si sta discutendo di misure per cercare di alleggerire il costo dell’assicurazione. Tra le ipotesi c’è questa: eliminare l’imposta provinciale che grava sull’Rc - che varia tra il 12,5% e il 16% del premio base - trasformandola in un’accisa sul carburante, che quindi inciderebbe sul prezzo di benzina e diesel. Facile.it ha eseguito una serie di simulazioni per capire chi potrebbe trarne beneficio e chi svantaggi. Ma ci sono diverse variabili
Un’accisa, invece dell’imposta sull’Rc auto. È una delle ipotesi di cui si sta discutendo in Commissione Finanze della Camera per cercare di alleggerire il costo dell’assicurazione. In sostanza, è al vaglio la possibilità di eliminare l’imposta provinciale che grava sull’Rc - che varia tra il 12,5% e il 16% del premio base - trasformandola in un’accisa sul carburante, che quindi inciderebbe sul prezzo di benzina e diesel. Ma cosa cambierebbe nel concreto se questa misura venisse approvata? E a chi converrebbe?
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Per cercare di rispondere a queste domande, Facile.it ha eseguito una serie di simulazioni: ha scoperto che, se la misura passasse, per l’automobilista medio ci sarebbe un minimo di risparmio, trai i 26 e i 33 euro l’anno; per chi percorre molti chilometri o per chi guida veicoli con consumi elevati, invece, ci potrebbero essere dei “rincari non trascurabili”. Con automobilista medio si intende chi percorre 10mila km all’anno alla guida di un’auto di segmento medio (consumo medio per 100 km: 6,6 litri di benzina - 5,5 litri di diesel)
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Il risparmio sull’Rc auto, quindi, in alcuni casi potrebbe essere superato dagli aggravi sul prezzo del carburante. A incidere, però, sono diverse variabili: dalla città di residenza, al veicolo usato, ai chilometri percorsi. Ad esempio, spiega Facile.it, con 20mila chilometri l’anno l’automobilista vedrebbe un aggravio complessivo di circa 14 euro. Invece, guardando ai benefici, in provincia di Napoli il risparmio complessivo sarebbe in media di 87 euro, a Milano di 12 euro
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Le simulazioni sono basate sui dati dell’Osservatorio Rc auto di Facile.it, che calcola il premio di assicurazione Rc auto medio e le sue variazioni in 12 mesi: l’analisi è basata su 13.326.776 preventivi effettuati in Italia su Facile.it tra il 1 marzo 2022 e il 31 marzo 2023. Eliminare l’imposta provinciale dall’Rc significa alleggerire il premio base tra il 12,5% e il 16%. Secondo l’Osservatorio, il mese scorso per assicurare un’auto servivano in media 526 euro: senza l’imposta al 16% (la più diffusa) si scenderebbe a 459 euro, con un risparmio di circa 67 euro
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Ma quanto aumenterebbe il prezzo del carburante? Secondo gli ultimi dati, spiega Facile.it, nel 2021 il gettito fiscale garantito dall’imposta provinciale sull’Rc auto è stato di circa 2 miliardi di euro. Per mantenere le stesse entrate, considerando che lo scorso anno - tra benzina e diesel destinati ai veicoli - in Italia si sono consumati circa 39 miliardi di litri di carburante, bisognerebbe introdurre una nuova accisa sul carburante pari a circa 0,05 euro al litro
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Quindi, prendendo il prezzo medio alla pompa nella settimana del 10/4/2023, l’aumento del costo del carburante sarebbe del 3,5%: la benzina passerebbe da 1,88 a 1,94 €/litro, il diesel da 1,77 a 1,83 €/litro. I benefici finali per il singolo automobilista dipenderebbero dai chilometri percorsi e dal consumo del veicolo guidato: con un’auto di classe media a benzina e una percorrenza di 10mila km l’anno, ad esempio, l’aggravio sulla benzina sarebbe di circa 40 euro, ma il saldo finale sarebbe positivo, con un risparmio di circa 26 euro (33 se l’auto è diesel)
All’aumentare dei chilometri percorsi, però, si ridurrebbero i benefici economici. Un esempio: con circa 16.500 chilometri l’anno, con un’auto a benzina di classe media, non ci sarebbe alcun vantaggio economico (il risparmio sull’Rc sarebbe azzerato dall’aggravio sulla benzina). Superata questa soglia, il saldo diventerebbe negativo. A 20mila chilometri, ad esempio, ci sarebbe un aggravio complessivo di circa 14 euro. Di contro, meno si usa l’auto e maggiore è il beneficio finale: per chi percorre 5mila chilometri l’anno, il risparmio netto sarebbe pari a 46 euro
“La proposta porterebbe ad alcuni benefici, alleggerendo il costo pagato al momento del rinnovo dell’assicurazione e ridistribuendo il carico dell’imposta provinciale anche su coloro che guidano senza copertura assicurativa o usano un veicolo con targa straniera. Di contro, rischia di gravare maggiormente su quelle categorie di guidatori che percorrono molti chilometri l’anno e pertanto potrebbero pagare di più rispetto all’attuale sistema”, ha detto Andrea Ghizzoni, Managing Director Insurance di Facile.it
La proposta potrebbe essere conveniente soprattutto per chi vive in zone dove i premi medi Rc sono più alti. Lo scorso mese, in provincia di Napoli, per assicurare un’auto servivano 1.005 euro, che senza l’imposta provinciale scenderebbero a 878. Considerando l’aggravio sul carburante, un automobilista medio napoletano che fa 10mila km l’anno con un’auto a benzina avrebbe un risparmio netto di 87 euro. Manterrebbe un beneficio economico fino a 31mila km: solo passata quella soglia il prezzo maggiorato del carburante sarebbe superiore rispetto al risparmio dell’Rc
I benefici sarebbero meno evidenti, e la forbice chilometrica più corta, per chi già oggi paga un premio basso. In provincia di Milano, ad esempio, il premio medio rilevato da Facile.it lo scorso mese era di 417 euro: al netto dell’imposta provinciale scenderebbe a 364 euro. Considerando la nuova accisa sul carburante, per un automobilista milanese che percorre 10mila km l’anno con un’auto di classe media a benzina il bilancio finale sarebbe pari a 12 euro di risparmio. Basterebbe superare i 13mila km per vedere un saldo negativo: con 20mila km sarebbe di 28 euro
“Il nuovo sistema contribuirebbe, almeno in parte, a ridurre le distanze territoriali in termini di premio medio Rc auto, tenendo però in considerazione che a godere appieno dei benefici sarebbero gli automobilisti che oggi abitano in quelle aree del Paese dove l’assicurazione costa di più e che percorrono meno chilometri l’anno. Per gli altri, invece, i benefici potrebbero essere bassi se non addirittura trasformarsi in aggravi, ha concluso Ghizzoni
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