Assegno unico, in un anno spesi 16 miliardi per i figli

Economia
Simone Spina

Simone Spina

Primo bilancio a dodici mesi dall'entrata in vigore della misura che ha sostituito gli sconti previsti in passato. Va a chi ha figli fino a 21 anni, non solo nelle famiglie con lavoratori dipendenti, ma anche a Partite Iva, disoccupati e percettori del Reddito di Cittadinanza. L'assegno da gennaio è leggermente aumentato per tenere conto dell'inflazione: in media si tratta di 165 euro al mese

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L’obiettivo principale era quello di dare una spinta alle nascite nel nostro Paese.  Ma è ancora troppo presto per capire se l’assegno unico universale stia contribuendo a raggiungere lo scopo. Nel 2022 il numero di neonati è sceso ai minimi storici - mai così pochi dall’Unità d’Italia – ma va detto che il nuovo strumento per sostenere chi ha figli a carico fino a 21 anni di età ha debuttato solo nel mese di marzo dello scorso anno.

Assegno per quasi 10 milioni di figli

Con a disposizione i dati dei primi dodici mesi, si può comunque fare un primo bilancio. Lo Stato, ci dice  l’Inps, ha speso per un totale di 9,7 milioni di figli quasi 16 miliardi, meno dei circa 19 l’anno stanziati quando questo sistegno è stato varato.

Chi può chiedere l'assegno

La misura, è bene ricordarlo, ha sostituito gli sconti per i figli dei lavoratori dipendenti e altri bonus (come quello per i bebè), ma non quelli che eventualmente prevedono Comuni e Regioni; inoltre ora ne usufruiscono anche le Partite Iva, disoccupati e chi prende il Reddito di cittadinanza.

Dal 2023 contributo più alto

I pagamenti dell’Istituto di previdenza sono stati in media di 1,2 miliardi al mese nel 2022, per passare a 1,4 miliardi dall’inizio di quest’anno per effetto dell’aumento dell’assegno, che è stato adeguato all’inflazione (8,1 per cento) e alzato dall’attuale governo per chi ha bimbi piccoli.

In media 165 euro al mese

La cifra che ciascuna famiglia percepisce varia molto perché entrano in gioco tanti fattori. Si guarda al reddito e a quante persone vivono sotto lo stesso tetto, per cui a fronte di un importo medio a febbraio di 165 euro (dai 146 del 2022) si possono superare i 1.800 quando ci sono almeno sei figli.

Importi più alti al Sud

Il minimo è di poco meno di 55 euro per chi non presenta l’Isee (che tiene conto anche di case e risparmi) o supera la soglia massima (oltre 43mila euro). Circa la metà degli assegni ha riguardato i nuclei più disagiati e, a livello geografico, si registrano importi più consistenti al Sud.

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