
Def, via libera del Cdm. Revisione al rialzo per la crescita 2023
Il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento di economia e finanza 2023. Il governo ipotizza uno scenario tendenziale che vede il Pil allo 0,9% e il deficit al 4,35%. Secondo le stime, la crescita programmatica centrerà nel 2023 l'1% e il deficit si attesterà al 4,5%. I rischi sono sempre gli stessi: l'inflazione alta “importata” con i prezzi petroliferi innanzitutto. Resta ancora in discussione il Pnrr, con il decreto atteso mercoledì in Senato

La crescita programmatica centrerà nel 2023 l'1% e il deficit si attesterà al 4,5%. Sono queste le nuove stime del governo, che nel Def che è stato approvato oggi in Consiglio dei ministri ipotizza uno scenario tendenziale che vede il Pil allo 0,9% e il deficit al 4,35%. Per il 2024 il Pil, sempre nel quadro programmatico, sarà più corposo (+1,4%) e l'indebitamento si attesterà "oltre il 3%". Il debito intanto proseguirà un percorso di lenta riduzione fino ad attestarsi "nel 2025 al 140,9%"
IL DEF APPROVATO IN CDM
La parola d'ordine è "prudenza". Perché le incognite da qui a fine anno restano tante e il 2024 - con il ritorno delle regole del Patto di stabilità - sarà complicato. Per questo il governo presenta con il primo Documento di economia e finanza firmato da Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti un quadro improntato alla cautela. La crescita sarà in ogni caso più robusta dello 0,6% previsto con la Nadef. E un deficit al 4,35%, sempre alto rispetto al fatidico 3% ma in calo rispetto alle stime precedenti
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Questo anche mentre in Ue ci si prepara a rimettere in moto il Patto di Stabilità e Crescita sospeso durante la pandemia con alcuni (la Germania) che chiedono un intervento sul debito decisamente forte: l'1% di rientro annuo contro lo 0,5 ipotizzato da Bruxelles. Un impegno che per i Paesi ad alto debito come l'Italia sarebbe decisamente gravoso
Bce, stime al rialzo Pil Ue 2023
In ogni caso le prospettive attualmente appaiono più rosee rispetto ai primi mesi dell'anno con l'inflazione che decelera, anche se le tensioni sui prezzi sono state riaccese dalla recente decisione dell’Opec+ di tagliare la produzione di petrolio
GUARDA IL VIDEO: Crescita 2023 all'1% nel primo Def del governo MeloniAltra incognita sono le politiche monetarie delle banche centrali decisamente restrittive proprio per contenere i prezzi. Su questo una proiezione più puntuale è attesa in settimana quando il Fondo monetario internazionale fornirà le nuove stime macro di primavera. La crescita mondiale è vista attualmente in decelerazione al 3%

Tornando al Def, si prevede una crescita migliore del previsto nel 2023, dallo 0,6% si passa allo 0,9%, ma un peggioramento nel 2024 e 2025 con degli aumenti leggermente inferiori rispetto a quanto era stato anticipato dal Governo negli ultimi mesi del 2022. Le nuove risorse disponibili dovrebbero dare al Governo tra i 2 e i 3 miliardi in più di spazio fiscale o per tagliare il debito e migliorare il target del deficit o per la riforma fiscale

In realtà, il Governo italiano non è l’unico che ha rivisto al rialzo le stime, perché anche Confindustria, Ocse, Prometeia e Commissione Europea negli ultimi mesi hanno rivisto al rialzo le stime sul Pil italiano

Banca d’Italia, negli ultimi giorni, aveva già dato una notizia positiva sul primo trimestre 2023 dicendo che “l’attività economica sarebbe leggermente aumentata nel I trimestre 2023, sostenuta dalla minifattura, mentre la spesa delle famiglie sarebbe rimasta debole, a fronte di un’inflazione ancora alta”

Riguardo al Pnrr, la stima del +0,9% del Pil 2023 è un po’ in contrasto con quanto già sapevamo, ovvero che il contributo dal 2022 doveva essere di 4 punti decimali, quindi 0,4, dal Pnrr lo stimolo alla crescita doveva essere di 0,6 e così i dati stridono perché avremmo già dovuto superare, con questi due elementi, il dato che dovrebbe essere aggiornato del Pil 2023. Il contributo dal Pnrr potrebbe infatti accorciarsi a causa dei ritardi
Confindustria, nel 2023 crescita piatta