
Pnrr, Italia in ritardo per oltre metà delle misure. Le opposizioni: il governo riferisca
La Corte dei conti denuncia ritardi e forti rallentamenti nella spesa e nel raggiungimento degli obiettivi. Il ministro degli Affari Europei Fitto: “Alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati, ed è matematico, è scientifico che sia così, dobbiamo dirlo con chiarezza”. Atteso il verdetto di Bruxelles sullo sblocco della terza tranche da 19 miliardi

Sul Pnrr il Governo è "ottimista" sulla terza tranche da 19 miliardi congelata da Bruxelles in attesa di un approfondimento di valutazione. "Non ci sono tensioni con l’Europa, piuttosto temo che in Italia si voglia crearle”, dice il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto assicurando che l'ulteriore proroga di un mese per l'esame dello stato di avanzamento del Recovery italiano, decisa in accordo con la Commissione Ue non mette in forse il flusso di denaro destinato al Pnrr
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Da Bruxelles confermano, assicurando che una proroga ulteriore "non è inusuale" e che "altri Paesi l'hanno chiesta". La Commissione d'altra parte "apprezza i significativi progressi compiuti nelle ultime settimane (dall'Italia) e si augura di continuare a collaborare strettamente con le autorità italiane per affrontare tutti gli elementi in sospeso di questa complessa richiesta di pagamento”, dice la portavoce della Commissione Ue Veerle Nyts
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Tuttavia la fase è difficile. Lo confermano i rilievi della Corte dei Conti che ha presentato la sua Relazione Semestrale sull'andamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che evidenziano forti rallentamenti nella spesa e nel raggiungimenti degli obiettivi: ritardi per un progetto su due e pagamenti arrivati solo al 70% alle imprese
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Di fronte all'evidenza dei fatti e dei numeri, Fitto ammette che l'orizzonte temporale del Piano è troppo corto perché tutti gli obiettivi possano essere realizzati entro il 2026. "Se noi oggi capiamo, e lo possiamo capire anche da questa Relazione, che alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati, ed è matematico, è scientifico che sia così, dobbiamo dirlo con chiarezza e non aspettare il 2025 per aprire il dibattito su di chi sia la colpa", ha detto
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Ma la risposta arriva a stretto giro. "Sarebbe problematico cambiare la scadenza del 2026" per la realizzazione dei piani nazionali di Ripresa e resilienza (Pnrr) dice da Bruxelles il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. "La maggior parte degli obiettivi e traguardi devono essere realizzati quest'anno" dagli Stati membri, ha anche ricordato

Il ministro Fitto ha comunque rassicurato, dicendo che “non c'è una preoccupazione, si sta lavorando in modo propositivo con la Commissione, che ieri ha confermato anche grandi progressi delle ultime settimane. Quindi con l'Ue lavoreremo ad una soluzione per le questioni relative al completamento dell'ultima rata e apriremo un confronto" sul programma più complessivo

Le parole del ministro per gli Affari Ue, il Pnrr e la Coesione non hanno però convinto le opposizioni: il Pd ha chiesto alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio una informativa urgente di Raffaele Fitto sui "presunti ritardi del Pnrr e su quali siano state le modifiche apportate”, ha detto la neo capogruppo Dem alla Camera Chiara Braga. "Rischiamo di perdere importanti risorse. La discussione va fatta in Parlamento, in modo trasparente"

Sul tema era arrivato anche l'intervento di Giuseppe Sala. Il sindaco di Milano ha detto che sui fondi del Pnrr "un governo saggio li dà più alle realtà locali e a quelle che hanno un track record secondo cui possono investire. Io dico, se ci sono dei residui, dateli a Milano. Sembro un provocatore ma non lo sono perché ci sono una serie di progetti che ho nel cassetto e che, se mi fossimo finanziati, io ce la faccio entro il 2026. Le parole di Fitto suonano un po' come una resa ma siamo ancora in tempo, diamo i fondi a chi li sta investire"

L'Italia si conferma ancora un Paese in difficoltà quando deve spendere e raggiungere obbiettivi dati. L'aumento dei prezzi delle materie prime e gli effetti delle sanzioni alla Russia sono variabili che scontano tutti i Paesi Ue, ma l'Italia sembra averne almeno uno in più ben evidenziato dalla Corte dei Conti: cioè la scelta fatta dal Governo Draghi e dall'allora ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, di precarizzare tutto il personale di professionisti dedicato ai piani del Pnrr assunti con contratti a termine

"Un terzo se ne è andato. Ora con il decreto 13/2023 puntiamo a stabilizzarli" assicura Fitto. Il picco di spesa per realizzare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza "si avrà nel biennio 2024- 2025, con valori annuali che supereranno i 45 miliardi" afferma la Corte dei Conti nella sua Relazione

La Corte dei Conti ha anche ricordato che la nuova pianificazione delle spese (voluta dal precedente Governo durante l'emergenza Covid) ha previsto una "traslazione" in avanti di oltre 20 miliardi complessivi delle spese assegnate al triennio 2020-2022. A partire da quest'anno comincerà il recupero del trend di spesa, con un'accelerazione sul quadro iniziale, di oltre 5 miliardi
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