
La decisione dell’istituto tedesco di rimborsare anticipatamente un bond subordinato Tier 2 ha mandato in tilt il mercato azionario. Ma tracciare un parallelo tra la situazione di Db e quella della banca svizzera non sarebbe corretto perché tra le due sono poche le similitudini

Il colosso Deutsche Bank è finito sotto tiro dopo l'annuncio di voler rimborsare anticipatamente un bond subordinato Tier 2 da 1,5 miliardi di dollari. Difficile capire che cosa abbia innervosito gli investitori, in quanto l'estinzione anticipata di un'obbligazione rappresenta un segnale di forza e non il contrario
Tornano i timori dei mercati sui titoli bancari
Per gli analisti di Citi, Deutsche Bank è rimasta vittima di "un mercato irrazionale", ipersensibile ai timori che la crisi di fiducia scatenata dal fallimento di Svb negli Usa e dal salvataggio del Credit Suisse in Europa possa allargarsi a macchia d’olio
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economia
In realtà, Deutsche Bank è un gruppo con diverse analogie ma molte differenze con Credit Suisse e, negli scorsi anni, malgrado una lunga serie di difficoltà è riuscito ogni volta a risalire la china. Tracciare un parallelo tra le due banche rischia di creare equivoci. Il gruppo tedesco, fondato nel 1869, come quello svizzero ha conosciuto problemi legali e di reputazione, scandali e cambi al vertice negli ultimi 10 anni dove ha bruciato miliardi di euro e perso un terzo del suo attivo
Deutsche Bank crolla in Borsa: che succede
Annovera grandi azionisti del Golfo Persico come il Credit Suisse, lì i sauditi qui i qatarioti, che come primi azionisti hanno il 6,5%, davanti a Black Rock (5,23%) e altri investitori istituzionali com Hudson (3,1%). Ma osservando più nel dettaglio, i gruppi si differenziano molto fra loro: Deutsche Banck ha alle spalle la Germania, un Paese per cui l'attivo del gruppo è una parte minore del proprio pil, a differenza della Svizzera per la quale una crisi sistemica di Credit Suisse avrebbe rappresentato un terremoto nel suo bilancio
GUARDA IL VIDEO: Deutsche Bank affossa le Borse: le differenze con Credit Suisse
Deutsche Bank poi non ha subito, almeno fino a ora, come il gruppo elvetico l'incubo di ogni banchiere: la fuga dei depositi. Un evento che mina alle basi ogni istituto di credito più di una perdita, seppur grande, nel conto economico. Deutsche anzi, dopo la ristrutturazione del 2019, ha migliorato di molto la sua situazione, chiuso i maggiori contenziosi legali, rimesso in bonis o ceduto le sue divisioni commerciali

Un percorso sofferto frutto, secondo alcuni, anche di una vigilanza, quella Bce sicuramente più intrusiva. Il gruppo, nonostante i contraccolpi dell'invasione ucraina, ha chiuso il 2022 con un utile netto di 5,7 miliardi di euro e vanta un indice di capitale Cet1 del 13,4%. Certo il panorama dei mercati è molto cambiato negli ultimi mesi. La maxi liquidità degli anni scorsi viene drenata dalle banche centrali che continuano nella strada del rialzo dei tassi

Cambiamenti che sono positivi per le banche (tramite la crescita dei margine d'interesse) ma che impongono anche un ripensamento dei portafogli degli investitori e clienti in maniera brusca, della redditività e tenuta di alcuni business ad esempio quello degli immobili commerciali o della componentistica auto

Tutti elementi che i diversi Paesi europei, le autorità di vigilanza e la stessa Bce dovranno tenere conto. Il mercato, con la sua irrazionalità e volatilità tipiche di momenti di passaggio, sembra indicare la necessità di una frenata nella crescita dei tassi e Deutsche appunto potrebbe essere finita nella prima linea di questa scossa
Credit Suisse, cosa succede dopo il salvataggio di Ubs