La Banca d'Inghilterra prosegue nella corsa al rialzo dei tassi britannici in funzione anti-inflazione, portandoli, nel rispetto delle attese e sulla scia di Fed e Bce, dal 4% al 4,25%, con un aumento di un quarto di punto
La Banca d'Inghilterra prosegue nella corsa al rialzo dei tassi britannici in funzione anti-inflazione, portandoli - nel rispetto delle attese e sulla scia di Fed e Bce - dal 4% al 4,25%, con un aumento di un quarto di punto. Si tratta dell'undicesimo aumento consecutivo in 18 mesi, deciso dal Monetary Policy Committee della banca centrale di Londra. L'inflazione nel Regno Unito a febbraio è salita al 10,4% su base annua, sopra le stime che indicavano 9,9%.
La situazione
La decisione della Bank of England di rialzare i tassi dal 4% al 4,25%, con un aumento di un quarto di punto, era attesa dopo quella di Fed e Bce, ma soprattutto dopo il dato di ieri sul rimbalzo a sorpresa dell'inflazione nel Regno Unito a febbraio al 10,4% (contro il 10,1 di gennaio). Stando alle indicazioni rese note ieri dell'Office for National Statistics britannico (Ons), la ripresa dell'inflazione, al livello tuttora più elevato all'interno del G7, è stata frutto di un'ulteriore ascesa delle bollette dell'energia del 26,6%, ma in particolare di nuovi rincari mensili di portata imprevista sui generi alimentari: aumentati fino ad oltre il 18%, anche per effetto della penuria delle settimane scorse in molti supermercati di pomodori e altre verdure importante di solito in inverno sull'isola dal Nordafrica o dal sud della Spagna, con effetti pesanti su milioni di famiglie. A partire dalle più svantaggiate, come dimostra il parallelo incremento di coloro che hanno dovuto ricorrere all'aiuto delle cosiddette Banche del Cibo, o Food Banks, salito a un 3% della popolazione secondo alcune stime.