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Bitcoin, criptovaluta crolla del -20% e scende sotto 80mila dollari

Economia
Irene Elisei

Irene Elisei

I titoli di Sky TG24 del 28 febbraio 2025, edizione ore 8
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I titoli di Sky TG24 del 28 febbraio 2025, edizione ore 8
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A cinque settimane esatte dall’insediamento di Donald Trump, che in campagna elettorale aveva promesso di rendere gli Stati Uniti “la capitale mondiale delle criptovalute”, il bitcoin torna ai minimi da 3 mesi

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La criptovaluta più nota al mondo segna un calo di circa il 30% dai massimi toccati a gennaio, intanto il metallo giallo si appresta a chiudere la settimana peggiore da novembre. Focus e prospettive, tra l’inasprimento della guerra commerciale e il caso Bybit.

A cinque settimane esatte dall’insediamento di Donald Trump, che in campagna elettorale aveva promesso di rendere gli Stati Uniti “la capitale mondiale delle criptovalute”, il bitcoin torna ai minimi da 3 mesi. Nell’ultima seduta del mese di febbraio il valore è sceso anche sotto quota 80.000 dollari, ben lontano dai massimi di gennaio quando si era portato a un passo dai 110.000 dollari.

BITCOIN SULLE MONTAGNE RUSSE

Il Bitcoin ha registrato un apprezzamento rapidissimo dopo la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali: il leader dei repubblicani - nonostante avesse definito il Bitcoin una “truffa” in più occasioni a partire dal 2021 - si è mostrato negli ultimi mesi di campagna elettorale un candidato pro-cripto, tanto poi da lanciare la sua meme-coin dopo il voto del 4 novembre.

Dall’insediamento dell’amministrazione repubblicana alla Casa Bianca qualcosa è cambiato. Da un lato, Trump ha alzato il piede dall’acceleratore e non ha ancora avanzato proposte concrete che facciano seguito ai progetti annunciati durante la campagna elettorale. Dall’altro, l’incertezza che circonda la politica tariffaria del nuovo Presidente e le fughe in avanti di Trump sui fronti aperti di guerra (specialmente quella tra Russia e Ucraina) hanno frenato Wall Street e l’appeal per gli asset considerati più rischiosi.

IL CASO BYBIT

“Il Bitcoin resta un asset estremamente volatile e un ritracciamento del 30% non dovrebbe stupire. A pesare molto sul calo delle ultime giornate è anche sicuramente il caso Bybit”. Ci spiega Ferdinando Ametrano, amministratore delegato di Checksig, facendo riferimento all’importante exchange di criptovalute che la scorsa settimana ha subito il più grosso furto di cripto della storia dal valore di 1,5 miliardi di dollari. “Faccio una rassicurazione: non vedremo comunque più cali del 70-80% come è accaduto in passato. – aggiunge Ametrano - Anzi, mi aspetto che entro l’anno il Bitcoin raggiunga la quota dei 150.000 dollari, perché nei prossimi 12-18 mesi la maggior parte degli operatori finanziari europei apriranno alla possibilità di investire in criptovalute e questo darà una nuova spinta a tutto il settore”.

ORO, SETTIMANA PEGGIORE DA NOVEMBRE

Non solo Bitcoin. L’ultima settimana di febbraio rischia di chiudersi segnando il calo peggiore da novembre anche per l’oro che ha finora accumulato un calo del 2%. Quello che gli operatori di borsa considerano il “bene rifugio per eccellenza” – perché generalmente e storicamente lo si acquista nei momenti di incertezza e movimenti repentini dei mercati - ha segnato nuovi record proprio a febbraio e si è avvicinato a toccare i 3.000 dollari l’oncia. Ora, complice un apprezzamento del dollaro che rende più costoso l’acquisto, l’incertezza sul fronte dei dazi è tale da determinare vendite generalizzate sui mercati finanziari e quindi anche su un bene che si è tanto apprezzato come l’oro. “Il metallo giallo è stato il vincitore degli ultimi 2 anni sui mercati grazie ai grandi acquisti fatti dalle banche centrali - come ad esempio l’India, la Polonia, la Russia e la Cina – che dal 2022 (dopo l’invasione dell’Ucraina e

il congelamento delle riserve valutarie russe) hanno iniziato a diversificare le loro riserve valutarie”. Ci spiega Gianclaudio Torlizzi, fondatore di T-Commodity ed esperto di materie prime, ricapitolando i fattori di forza dell’oro. E per quanto riguarda le prospettive? “Questa fase di debolezza dei prezzi potrebbe proseguire per alcune settimane, ma non intaccherà le prospettive di rialzo. Anzi, le nostre previsioni puntano ai 4.000 dollari l’oncia entro un anno”.

 

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