
Crisi banche, cosa rischiano quelle italiane e come sono tutelati i risparmiatori
Dopo i salvataggi a carico delle finanze pubbliche, a partire dal 2016 si è deciso di non far pagare ai contribuenti (con il cosiddetto 'bail in') i dissesti e di non incentivare così il 'moral hazard', ovvero l'assunzione di rischi esagerati, con la sicurezza che poi lo Stato venga a coprire le perdita

L'Europa tutela solo in parte i risparmiatori in caso di crisi bancarie. Dopo i salvataggi a carico delle finanze pubbliche, a partire dal 2016 si è deciso di non far pagare ai contribuenti (con il cosiddetto 'bail in') i dissesti e di non incentivare così il 'moral hazard', ovvero l'assunzione di rischi esagerati, con la sicurezza che poi lo Stato venga a coprire le perdita
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L'idea, condivisa anche negli Stati Uniti, si scontra però con un altro incubo del mondo finanziario: il 'contagio' a tutto il settore che potrebbe determinarsi per il panico di risparmiatori e investitori con un massiccio ritiro di contanti e attivi. Non a caso in Europa il bail non è stato applicato in questi anni e nel nostro Paese si è ricorso a strumenti come lo schema volontario del Fitd (pagato dalle banche in forma autonoma) per intervenire nei casi di crisi
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Il bail infatti prevede che, in caso di risoluzione determinata dalle autorità, si crei una 'piramide' fra gli investitori per coprire le perdite dal quale sono comunque esclusi chi ha in essere con la banca un prestito o un mutuo. In cima a questa piramide ci sono gli investimenti giudicati più rischiosi, ovvero gli azionisti ,che possono perciò vedere azzerati i loro titoli

Se questo non dovesse bastare via via si dovrà far ricorso alle azioni di risparmio, alle obbligazioni convertibili, ai titoli subordinati senza garanzia e i crediti non garantiti. Da ultimo ci sono i depositi sopra i 100mila euro. Da ricordare che negli Stati Uniti la garanzia sui depositi è a 250mila euro, ma nel caso di Svb le autorità Usa hanno deciso di estendere la garanzia (seppure in modo differente) anche sopra tale soglia visto che erano la maggioranza nell'istituto

Uno schema che nelle banche più piccole, per le quali è difficile, collocare strumenti finanziari, finirebbe per arrivare quasi subito ai depositanti, come ha sottolineato più volte il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco e il presidente Abi Patuelli. Visco ha lamentato poi come non esista più il consenso politico per il terzo 'pilastro' dell'Unione bancaria (accanto a vigilanza e risoluzione uncoa): "un sistema unico di assicurazione dei depositi che abbia, a regime, piena capacità di assorbimento delle perdite"

C'è poi un altro aspetto. Il Mes (il meccanismo europeo di stabilità) che l'Italia deve ancora ratificare, dopo la riforma prevede la possibilità di finanziare il Fondo unico di risoluzione delle crisi bancarie (Srf - Single resolution fund) nel caso di sua insufficienza, attingendo alle sue risorse che non sono comunque illimitate. L'intervento dell'Srf avverrebbe in ogni caso dopo il bail in