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Case green, l’Ue non ha ancora deciso chi dovrà ristrutturare

Economia

Simone Spina

L'Europa ha avviato il percorso per nuove regole sulle abitazioni: dovranno inquinare meno e risparmiare energia. Ma cosa cambia per gli italiani? Quanti dovranno affrontare spese costose per non finire fuori legge? Dipende dai criteri che saranno stabiliti a Bruxelles. E gli immobili coinvolti potrebbero essere meno di quelli paventati

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Non si può dire con certezza in quante case degli italiani, e in che tempi, si dovrà sostituire la caldaia, mettere i pannelli solari, cambiare le finestre o isolare l’intero palazzo con un cappotto termico. Non si può dire quanto ampio sarà l’impatto delle nuove regole che si stanno discutendo in Europa, che per abbattere gli alti consumi energetici e l’inquinamento prodotto dal mattone, prevede un percorso a tappe che punta a zero emissioni entro il 2050.

Classi energetiche, ogni Paese va per conto suo

Il tutto perché Bruxelles non ha ancora deciso come classificare le abitazioni. Adesso ogni Paese ha criteri suoi: in pratica, una casa che in Italia oggi è considerata pessima per risparmio energetico può risultare parsimoniosa in un altro Stato. L’Unione vuole uniformare questi parametri ma al momento dà solo indicazioni: il 15 per cento degli immobili peggiori ricadrà nella classe più bassa, la G, e nei gradini superiori saranno divisi proporzionalmente gli altri edifici. Non sappiamo se la classificazione comunitaria corrisponderà alla nostra attuale.

Bruxelles: stessi criteri sui consumi del mattone

Si tratta, ovviamente, di una questione cruciale, perché la direttiva sulle case green dopo il primo via libera dell’Europarlamento, stabilisce che tutte le case entro dieci anni rientrino nelle prime quattro classi. Se il nuovo schema combaciasse con il nostro, i tre quarti delle abitazioni italiane (circa 10 milioni) andrebbero ristrutturate entro il 2033, ma è probabile che la stretta riguardi molti meno immobili, anche perché ci sono tante deroghe e ogni Stato avrà ampi margini per decidere dove intervenire. 

Incentivi per i lavori, ma non si quanto e come

Lavori che comporteranno comunque molti denari per chi dovrà adeguarsi e, per questo, sui tavoli di Bruxelles avanza l’idea di aiuti pubblici, non ancora – però - quantificati. C'è la proposta di stanziare quattrini a questo scopo, con un fondo apposito, ma anche attingendo da stanziamenti già esistenti. Una circostanza che ci riguarda da vicino visto che il Superbonus (l’incentivo edilizio più robusto e il più generoso in tutt’Europa) è previsto, in versione ridotta, solo fino al 2025.