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Rigassificatore Piombino, nave riverniciata per non rovinare il paesaggio

Economia

Lorenzo Borga

La Golar Tundra è ora azzurra, per mitigare l'impianto paesaggistico come suggerito dalla Soprintendenza ai beni culturali. La nave arriverà a Piombino entro metà marzo. GUARDA IL VIDEO

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La soprintendenza ai beni culturali alla fine l’ha spuntata. Come chiesto a Snam, la nave rigassificatrice Golar Tundra che arriverà a metà marzo a Piombino è stata riverniciata per mitigare “l’impatto paesaggistico del mezzo navale”. La nave si trova ancora nel cantiere navale Keppel Benoi a Singapore, dove sono cominciati i lavori di manutenzione che termineranno il 20 febbraio. Tra cui appunto la riverniciatura, da blu scuro ad azzurro.

Il calendario

A quanto apprende Sky TG24, la nave salperà da Singapore attorno a fine febbraio, dopo gli ultimi test sui serbatoi che dovranno ospitare il gas liquefatto a -160 gradi per poi trasformarlo allo stato gassoso.

Entro metà marzo la Golar Tundra arriverà nel porto di Piombino, dove sono già iniziati i lavori per collegarla alla rete nazionale di gas attraverso un metanodotto lungo più di otto chilometri. Un cantiere che dovrebbe terminare entro metà aprile, per permettere l’inizio dell’operatività a inizio maggio. Prima di procedere con i primi carichi di gas liquefatto, Snam dovrà mettere all’asta la capacità della nave che sarà utilizzata dagli operatori privati che vorranno importare gas nel nostro paese.

 

In questo modo l'impianto potrà garantire tra i 2 e i 3 miliardi di metri cubi di gas al paese per il 2023, che potrebbero salire fino a 5 nel corso dei prossimi anni. Volumi essenziali per superare il prossimo inverno.

Il futuro dei rigassificatori

Quello di Piombino sarà solo il primo dei nuovi impianti di rigassificazione del nostro paese. Nel 2024 sarà installato quello a largo di Ravenna, che fornirà altri 5 miliardi di metri cubi al sistema nazionale.

 

E con i fondi europei aggiuntivi di Repower Eu si è aperta la strada ad altri impianti. Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, aveva affermato nei mesi scorsi che all’Italia “servono altri quattro rigassificatori per stare tranquilli”. I luoghi prescelti potrebbero essere due: Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, e Gioia Tauro, in Calabria dove si trova uno dei porti più grandi d’Italia.

Nel primo caso il progetto, portato avanti da Enel, ha già ricevuto tutte le approvazioni da parte degli enti regolatori e potrebbe garantire 8 miliardi di metri cubi. Il secondo invece vede capofila le società Sorgenia e Iren. Più defilato risulta invece il progetto di Brindisi, di cui si iniziò a discutere nei primi anni Duemila e che è stato ripromosso nei mesi scorsi dal presidente della regione Emiliano, per ora senza successo.

Il collo di bottiglia del centro Italia

Questi progetti non potranno però probabilmente vedere la luce prima del 2027. Questa è infatti la data entro la quale Snam prevede di terminare i lavori sulla dorsale adriatica della rete gas italiana. Oggi la capacità di trasporto da Sud a Nord – dove si concentrano i consumi e gli stoccaggi – si ferma a 126 milioni di metri cubi al giorno. Se l’Algeria dovesse incrementare i flussi, il Tap essere raddoppiato e i due progetti di rigassificatori vedessero la luce, i tubi che attraversano l’Italia si saturerebbero.

Per questo Snam intende prima potenziare la rete, attraverso una centrale di compressione a Sulmona e la costruzione di centinaia di chilometri di nuovo metanodotto. Un lavoro che tuttavia non si concluderà, appunto, prima del 2027.

Italia indietro

Ecco perché il nostro paese rischia di rimanere indietro rispetto a competitor europei, per quanto Snam stia correndo contro il tempo per l'impianto di Piombino. Nel frattempo la Germania ha già messo in funzione due rigassificatori galleggianti nel nord del paese ed entro il 2024 il governo intende raggiungere i dieci impianti per far fronte al blocco delle importazioni russe.