A San Donato Milanese si trova il centro di dispacciamento di Snam, dove vengono gestiti i flussi giornalieri di metano che arriva fino alle nostre case. Il racconto di Sky TG24
La rete italiana di gas in 12 mesi è stata rivoltata come un calzino. Se fino all’anno scorso la Russia era il nostro principale fornitore di metano, oggi il suo contributo è marginale. Ora il gas arriva soprattutto da sud, da Algeria e Azerbaijan. E dunque Snam, la società a controllo pubblico che gestisce la rete, si è dovuta adattare.
Sky TG24 nella stanza dei bottoni
Siamo entrati nella sala di controllo del centro di dispacciamento dei metanodotti che attraversano il nostro paese, nella sede Snam di San Donato Milanese. La stanza dei bottoni dove una quarantina di addetti ricevono 300mila informazioni continue via fibra ottica e decidono come smistare il gas in arrivo nel nostro paese, fino alle nostre case. Qui ogni anno vengono movimentati fino a 95 miliardi di metri cubi di gas.
L'entrata in funzione del rigassificatore di Piombino
Sul pannello led vengono visualizzati i flussi in in ingresso e in uscita, e il riempimento degli stoccaggi. Nei prossimi mesi sul ledwall verrà aggiunto una nuova spia, quella del rigassificatore di Piombino che dovrebbe entrare in funzione ad aprile. La scelta del porto è contestata dalla politica locale, ma così viene spiegata da Maria Luisa Cassano, Responsabile dispacciamento e misura di Snam: "La scelta è stata fatta perché il porto di Piombino si colloca in prossimità della rete nazionale di trasporto, dove il gas che viene rigassificato può entrare nel nostro sistema".
Rischio collo di bottiglia
Le alternative al porto toscano sono limitate: già oggi la rete deve oggi trasportare verso Nord - dove si concentra il 60% dei consumi - buona parte del gas in arrivo da Sud. A oggi possono essere trasportati verso il Centro Italia circa 125 milioni di metri cubi al giorno al massimo, un livello non troppo distante dai flussi attuali. Impedendo dunque l'arrivo ulteriori forniture dall'Algeria, dalla Libia e dall'Azerbaijan in futuro.
Un collo di bottiglia che Snam vuole evitare, attraverso un nuovo metanodotto costruito in centro-Italia e una centrale di compressione a Sulmona, in Abruzzo: "è un progetto molto importante" aggiunge Maria Luisa Cassano "perché garantisce la sicurezza del sistema. Avere una flessibilità di questo tipo permette anche a fronte di un incremento degli arrivi da Sud di ricevere ulteriore gas". Un’ulteriore sfida a cui rispondere anche da questa sala controllo.