In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Carburanti, benzinai: sciopero se non ci saranno modifiche al decreto

Economia

Simone Spina

I gestori contestano il provvedimento del governo per le multe previste a chi non rispetta il nuovo obbligo di pubblicità dei listini e confermano la protesta del 25 e 26 gennaio se non ci saranno cambiamenti. Intanto l'Antitrust avvia un'indagine sulla trasparenza dei prezzi

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

I benzinai sono pronti allo sciopero il 25 e 26 gennaio. Non digeriscono le multe (da 500 a 6mila euro) che potrebbero subire se entro un mese non metteranno cartelli col prezzo medio praticato nella Regione. Un obbligo che, se violato per tre volte, rischia di portare alla chiusura dell’attività da sette a 90 giorni. Per i gestori, le sanzioni previste nel decreto varato nei giorni scorsi dal governo sono, dunque, troppo pesanti.

Possibili tagli alle tasse se sale il prezzo del petrolio

Col provvedimento, deciso dopo le polemiche per il rincaro dei carburanti scaturito con la fine dello sconto che tagliava una quota delle tasse, si è invece venuti incontro alle richiese dei benzinai con la cosiddetta “accisa mobile”. E' un sistema che permette di ridurre i tributi sui carburanti se il costo del petrolio sale rispetto ai due mesi precedenti. Si rimane vaghi però sulla percentuale di aumento necessaria per far scattare il taglio. 

Bonus benzina e trasporti

Non sono escluse modifiche al decreto, col quale – inoltre - ritorna il bonus benzina da 200 euro che le imprese potranno dare ai loro dipendenti sino a fine anno. C’è anche l’agevolazione fino a 60 euro per abbonamenti ai mezzi pubblici e ferrovie per chi ha un reddito basso (massimo 20mila euro). Ma per questa misura ci sono appena 100 milioni di fondi pubblici.

Faro dell'Antitrust sui prezzi

Intanto, l’Antitrust ha aperto un’istruttoria sui carburanti. Nel mirino i casi in cui il prezzo alla pompa risulta più alto rispetto a quello pubblicizzato. L’Autorità garante della concorrenza ha quindi avviato ispezioni su alcune delle maggiori compagnie petrolifere (Eni, Esso, Ip, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil), che non avrebbero vigilato sui distributori con il loro marchio. Oltre mille gli impianti coinvolti e sotto la lente anche la mancata comunicazione dei costi di benzina e diesel al portale internet “Osservaprezzi Carburanti”, utile per scegliere il distributore più conveniente.