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Nel 2023 la recessione è sempre più probabile, ecco i 5 grafici da guardare

Economia

Lorenzo Borga

Energia, inflazione e rialzo dei tassi di interesse continueranno a colpire l'economia globale, che dovrebbe ottenere uno tra i tassi di crescita più bassi degli ultimi vent'anni. GUARDA IL VIDEO

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"Il peggio deve ancora venire", così il Fondo Monetario Internazionale aveva descritto l'anno che è appena iniziato nelle sue ultime previsioni dell'ottobre scorso. Un giudizio su cui è tornata recentemente la direttrice Kristalina Georgieva: "Per la maggior parte dell’economia mondiale, questo sarà un anno duro, più duro di quello che ci lasciamo alle spalle".

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Il Fondo Monetario Internazionale prevede che più di un terzo dell'economia globale cada in recessione nel corso dei prossimi mesi, per un anno che dovrebbe essere il peggiore per il Pil dal 2001 (escluse le crisi del 2008 e del 2020).

 

Le "non-previsioni" sul Pil del 2023

Le stime di crescita dell'economia globale dei prossimi 12 mesi variano moltissimo. Si parte dal +1,4% previsto dall'agenzia di rating Fitch fino a quasi il doppio atteso dal Fondo Monetario Internazionale.

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In ogni caso, perfino le previsioni più ottimistiche saranno inferiori rispetto alla media storica dell'ultimo decennio (escludendo il 2020).

Paese che vai, recessione che trovi

Non in tutto il mondo, però, la crisi colpirà con la stessa virulenza. L'Eurozona appare destinata a una recessione tecnica (vale a dire un calo del Pil in almeno due trimestri consecutivi) e Italia e Germania sono i due Paesi più vulnerabili. Gli Stati Uniti, invece, potrebbero ancora evitare una crisi. In ogni caso la maggior parte delle banche d'affari (tra cui JP Morgan Chase, Morgan Stanley e Goldman Sachs) e delle organizzazioni internazionali ritiene che l'eventuale recessione americana sarebbe "leggera" se non "blanda".

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Crescita italiana torna allo zero virgola

L'Italia sarà tra i Paesi più vulnerabili ai venti di crisi. Dopo due anni - il 2021 e il 2022 - in cui l'economia italiana è riuscita a recuperare i livelli pre-Covid prima del previsto e prima di altri grandi Paesi europei, il 2023 pare destinato a farci tornare su un percorso di crescita dello zero virgola.

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Nel grafico è visibile lo "scivolo" delle stime di crescita italiana per il 2023, pubblicate da Fmi, Ocse, Banca d'Italia e governo italiano (più ottimista rispetto agli altri istituti). Sul finire del 2021 la crescita attesa superava perfino il 2,5%, per poi scendere repentinamente scoppiata la guerra in Ucraina. Un segnale di ottimismo è la revisione al rialzo di Banca d'Italia nel suo ultimo report di dicembre, che ha cambiato leggermente la previsione da +0,3 a +0,4%. Poco, solo un punto decimale, ma è la prima revisione positiva negli ultimi dodici mesi.

L'inflazione abbatte il potere d'acquisto

Il rialzo dei prezzi ha raggiunto in Italia le due cifre, attestandosi a novembre al +11,8%. Nel 2023 dovrebbe leggermente rallentare, fermandosi a una media annua del 7,3% secondo Banca d'Italia (rispetto alla media 2022 dell'8,8).

 

Se le proiezioni venissero confermate, la perdita di potere d'acquisto dei lavoratori dipendenti italiani verrebbe accentuata. Rispetto al 2015, secondo le elaborazioni Sky TG24 su dati Istat e Bankitalia, i prezzi aumenteranno del 22,5%, dieci punti in più rispetto ai salari.

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