In aumento i pensionati-lavoratori: nel 2021 erano 444mila, +13,3% rispetto al 2020
Secondo un report dell’Istat, crescono le persone in pensione che percepiscono anche un reddito da lavoro: si tratta in prevalenza di uomini (in oltre tre casi su quattro), di residenti nelle regioni settentrionali (in due casi su tre) e lavoratori non dipendenti (l’86,3% dei casi)

Sono 22,7 milioni le prestazioni del sistema pensionistico italiano vigenti al 31 dicembre 2021, erogate a 16 milioni di persone, per una spesa di 313 miliardi. Lo sottolinea l'Istat in un Report sulle condizioni di vita dei pensionati spiegando che nel 2021 la spesa pensionistica è aumentata di 1,7 punti percentuali rispetto all'anno precedente e rappresenta il 17,6% del Pil
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L'andamento dei principali indicatori risente degli effetti della pandemia che ha avuto un impatto rilevante non solo sulla mortalità, ma anche sul mercato del lavoro e sul Pil
Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato sulle notizie di economiaAumentano i pensionati che continuano con un’occupazione: quelli che percepiscono anche un reddito da lavoro sono 444mila, in decisa crescita rispetto al 2020 (+13,3%). A causa della pandemia, il 2020 aveva fatto segnare rispetto al 2019 una contrazione del 6,5% nel cumulo di pensione e lavoro
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Il gruppo in questione, specifica il report Istat, è composto principalmente da uomini (in oltre tre casi su quattro), da residenti nelle regioni settentrionali (in due casi su tre) e da lavoratori non dipendenti (l’86,3% dei casi)
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Oltre la metà dei pensionati occupati possiede al massimo la licenza media (circa il 30% per il complesso degli occupati), tre su dieci hanno un diploma mentre il segmento dei laureati rappresenta oltre un quinto del totale

L’età media dei pensionati che lavorano è progressivamente cresciuta: nel 2021 il 78,6% ha almeno 65 anni (77,4% nel 2019) e il 45,4% ne ha almeno 70 (41,8% nel 2019), proprio al segmento più anziano si deve buona parte dell’incremento osservato nel 2021 rispetto all’anno precedente (+15,7%)

L’età media dei pensionati con redditi da lavoro supera quindi i 69 anni nel 2021. Tra gli uomini la media è di circa mezzo anno più elevata rispetto alle donne e tra i lavoratori indipendenti supera di tre anni quella dei dipendenti

Nel 2021 il 61,8% dei percettori di pensione (da lavoro) che continuano a essere occupati (64,8% nel 2019) lavora nel settore dei servizi. In crescita rispetto al 2019 i pensionati occupati in agricoltura (+2,2 punti, il 16,2%)

Il confronto con il collettivo degli occupati nel suo complesso mostra differenze significative. I pensionati che lavorano sono più spesso impiegati in agricoltura - con un’incidenza quasi quattro volte superiore rispetto al totale - e nel commercio (quasi una volta e mezzo superiore), risultando sovra rappresentati anche nelle attività professionali e nei servizi alle imprese

Nei settori istruzione, trasporti e nell’industria in senso stretto, al contrario, l’incidenza è sensibilmente inferiore a quella del totale degli occupati. Il 41,4% dei pensionati che lavorano svolge una professione qualificata. Si tratta di una quota in riduzione in confronto sia al 2019 sia al 2020, ma comunque più alta rispetto al totale degli occupati (34,5%), lo stesso si verifica per gli operai (34,3% contro 23,2%). È invece più bassa la percentuale di pensionati che lavorano in professioni non qualificate (3,9% contro 11,8%)

Per quanto riguarda invece l’occupazione indipendente (l’86,3% dei lavoratori beneficiari di una pensione da lavoro), la quota è aumentata di circa due punti percentuali nell’ultimo biennio. Il 56,3% è rappresentato da lavoratori autonomi (in aumento rispetto al biennio 2019-2020), il 24,9% da liberi professionisti, il 7,1% aiutano nell’azienda familiare e il 6,0% da imprenditori (in calo dopo la crescita del 2020). Tra i dipendenti, invece, il 57,3% è operaio e circa il 31,4% è impiegato, entrambi in aumento rispetto ai due anni precedenti
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