
Manovra, per i dipendenti pubblici previsto un "bonus" in 13 mensilità
La misura inserita nella Legge di Bilancio interessa circa 3,2 milioni di persone. Critici i sindacati, secondo cui si parlerebbe di poche decine di euro, che chiedono invece il rinnovo dei contratti, per i quali però al momento non ci sono risorse

Nella Manovra approvata dal Consiglio dei ministri è stato inserito un “emolumento accessorio” straordinario previsto per i 3,2 milioni di lavoratori dello Stato e degli enti territoriali. La misura sarà spalmata sulle 13 mensilità
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Come sottolinea Il Sole 24 Ore, la copertura integrale dei nuovi contratti costerebbe al complesso della Pubblica amministrazione circa 16 miliardi. Questi sarebbero divisi fra Stato ed enti stessi, che si pagherebbero gli aumenti in autonomia
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Si tratta di cifre molto ampie, che lo Stato, prosegue il quotidiano economico, poteva gestire in due modi: rinviare la soluzione del problema oppure stanziare una cifra iniziale simbolica, che però non avrebbe incontrato il favore dei sindacati. Quindi si è pensato a questa terza opzione – l’emolumento accessorio – che arriverà nei cedolini dei dipendenti pubblici dal 2023
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Secondo quanto trapela, questa aggiunta sarà determinata in modo percentuale sullo stipendio. Tuttavia, la norma risulta ancora allo studio
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Ci potrebbero essere inoltre differenze fra i vari gradi di enti pubblici. In quelli regionali e locali, ma anche all’interno della sanità e nelle università lo straordinario – analogo agli statali – verrebbe pagato dai bilanci degli enti stessi. Si tratta, spiega Il Sole, di un’analogia con l’indennità di vacanza contrattuale, pari al 5 per mille dello stipendio tabellare. La misura potrebbe essere di alcune decine di euro mensili

Non si trovano d’accordo le sigle sindacali, che nei giorni scorsi avevano lamentato la carenza, nella Manovra, di fondi per i rinnovi contrattuali: “Dalle prime bozze della legge di Bilancio ciò che emerge con chiarezza è l'assenza dello stanziamento di risorse per i rinnovi contrattuali del triennio 2022-2024 e la previsione di una ancora non quantificata indennità di vacanza contrattuale”, scrivono in una nota la segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, e i segretari generali di Fp Cgil e Flc Cgil Serena Sorrentino e Francesco Sinopoli

“Riconoscere adeguamenti salariali ai dipendenti della sanità, dell'istruzione e degli enti locali, e dello Stato è un tema che il governo decide di non assumere". Per i tre dirigenti sindacali "questa scelta punta evidentemente da una parte a indebolire la funzione del contratto nazionale, dall'altra a penalizzare le lavoratrici ed i lavoratori del pubblico impiego che assisteranno all'erosione degli incrementi appena ottenuti con gli ultimi rinnovi contrattuali, avvenuti già quando i contratti erano scaduti"

"Si prosegue - sottolineano Scacchetti, Sorrentino, Sinopoli - nella pratica di procrastinare la tempistica dei rinnovi contrattuali negando nei fatti il diritto al contratto, diritto che il personale dovrebbe avere per tutelare e rafforzare il proprio potere d'acquisto"

"Nonostante le dichiarazioni del ministro Zangrillo, nonché gli impegni del ministro Valditara, quello che emerge con nettezza è che questa Manovra prevede alcune indennità specifiche per poche categorie di personale dei servizi pubblici, personale che però è complessivamente rimosso dall'agenda delle priorità del governo Meloni. Questa non è una scelta condivisibile né giusta, non rinunceremo al ccnl, siamo pronti alla mobilitazione", concludono
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