
Assegno unico, a chi spetta l’incremento del 50% previsto in manovra
Si tratta del sostegno economico alle famiglie attribuito con alcune condizioni per ogni figlio a carico. La legge di Bilancio prevede un aumento per i nuclei con tre o più figli. La quota minima, di 50 euro, arriverà a 75. La massima passerà invece da 175 a 262,5

Il pacchetto di aiuti alla famiglia e alla natalità inserito in manovra vale 1,5 miliardi. Fra le misure in questione c’è un incremento del 50% dell’assegno unico: dal primo gennaio sarà riconosciuto l’aumento ai nuclei famigliari con tre o più figli – per ogni figlio – di età compresa tra uno e tre anni, purché l’Isee non superi i 40mila euro
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Al momento per ogni figlio minorenne o con disabilità si prevede un importo di 175 euro mensili per Isee fino a 15mila euro. La somma si riduce con gradualità al salire dell’Isee e raggiunge un minimo di 50. Questo valore passerà perciò da 50 a 75, mentre la quota massima – fa i conti Il Sole 24Ore – passerà da 175 a 262,5 euro al mese
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Per quanto riguarda i finanziamenti, i precedenti 18,2 miliardi vengono aumentati dalla legge di Bilancio di 345,2 milioni di euro per il 2023, gli attuali 18,7 miliardi vengono incrementati di 457,9 milioni di euro per il 2024. Lo ricorda sempre il quotidiano di Confindustria
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Un recente studio Istat sulla redistribuzione del reddito in Italia nel 2022 ha evidenziato come, con l'introduzione dell'assegno unico, il rischio di povertà per i minori under 14 si è ridotto di 3,8 punti percentuali mentre è sceso di 2,5 per quella da 15 a 24 anni
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Il beneficio medio dell'Assegno unico è stimato pari a 1.714 euro (circa 143 euro mensili) per le famiglie che migliorano la propria situazione economica. Gli importi medi più elevati si registrano per le famiglie appartenenti al secondo (2.085 euro) e al terzo quinto (1.949 euro)

Tuttavia, la quota più ampia di famiglie beneficiarie appartiene ai primi due quinti che percepiscono anche la quota maggiore di spesa sul totale. Il beneficio in rapporto al reddito familiare è più elevato nei primi tre quinti

L'introduzione dell'assegno unico determina anche un peggioramento dei redditi per alcune tipologie di famiglie. Per questo sottoinsieme la perdita media è pari a 591 euro (circa 50 euro mensili) . La perdita più elevata si ha nei due quinti più ricchi (rispettivamente 887 e 951 euro) e in quello più povero (752 euro)

La percentuale maggiore di famiglie svantaggiate dalla misura e la maggiore quota di perdita sul totale si concentrano nei primi due quinti. La perdita, in rapporto al reddito familiare, è più elevata nel primo quinto. Si tratta di casi in cui l'assegno per il nucleo familiare aveva un importo maggiore del nuovo assegno unico

L’Assegno unico e universale è un sostegno economico alle famiglie attribuito per ogni figlio a carico fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili. Viene definito unico, come specifica il sito Inps, “perché è finalizzato alla semplificazione e al potenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità”, e universale perché viene garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico, anche in assenza di Isee o con Isee superiore alla soglia di euro 40mila

Spetta ai nuclei familiari in cui ci siano figli minorenni a carico. Per i nuovi nati decorre dal settimo mese di gravidanza. È inoltre corrisposto per ogni figlio maggiorenne a carico fino ai 21 anni di età, a patto che: frequenti un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea, svolga un tirocinio o un lavoro possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui, sia disoccupato e in cerca di lavoro, svolga il servizio civile
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