Alla presentazione dell’ultimo rapporto stilato dall’istituto, il vicepresidente dell’Eurotower De Guindos ha messo in guardia dagli effetti che inflazione, guerra in Ucraina e crisi energetica potrebbero causare al sistema economico dell’Eurozona. Senza interventi dei governi, possibile un Pil in contrazione per tre trimestri di fila con scenari critici per famiglie, imprese e banche
L’Eurozona in recessione tecnica. È lo scenario evocato dal vicepresidente della Banca Centrale Europea Luis De Guindos, secondo cui i Paesi che adottano la moneta unica rischiano di andare incontro a tre trimestri consecutivi di decrescita del Pil reale se il contesto dovesse rimanere lo stesso e i governi non riuscissero a sostenere adeguatamente imprese e famiglie. "I rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati”, ha avvertito ieri il numero due di Francoforte, spiegando che a pesare sono sempre di più l’inflazione e la crisi energetica connessa alla guerra in Ucraina.
Il discorso
“Secondo la nostra analisi, i rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati e una recessione tecnica nell’area dell’euro è più probabile”, ha spiegato De Guindos presentando l’ultimo rapporto dell’Eurotower. Una circostanza figlia soprattutto del carovita da record e del conseguente rallentamento che ha interessato l’attività economica. Ma non solo. “Le condizioni finanziarie si sono inasprite anche a causa dell’azione massa in atto dalle banche centrali proprio per controllare l’inflazione”, ha avvertito il vicepresidente della Bce. Il riferimento è ovviamente alla stessa Banca centrale Ue, che dopo aver portato i tassi al 2% si prepara ad ulteriori aumenti.
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Le conseguenze
"Le famiglie e le imprese dell'area dell'euro stanno già risentendo delle circostanze”, ha aggiunto ha spiegato De Guindos, sottolineando come tra i soggetti più danneggiati dalla crisi siano proprio le aziende. “Se le prospettive si deteriorano ulteriormente, non si può escludere un aumento della frequenza dei default, soprattutto nelle industrie ad alta intensità energetica”, ha precisato a riguardo. Poi un riferimento anche alle banche: “Durante la pandemia sono state protette dalle perdite sui prestiti grazie alle misure di sostegno politico che hanno interessato il tessuto economico, ma il deterioramento delle prospettive di crescita indica un aumento dei rischi a medio termine anche per loro".