
Reddito di cittadinanza cancellato dopo un solo rifiuto: le novità del governo Meloni
Il viceministro al Lavoro, Claudio Durigon, assicura che il sostegno non verrà eliminato. Va però "rivista": l'intenzione è di mantenerla per i soggetti che non sono nella condizione di lavorare e modificarla per chi invece risulta "occupabile". E il presidente dell'Inps Pasquale Tridico apre a una revisione della misura

Il governo Meloni non cancellerà il reddito di cittadinanza ma, come già annunciato più volte, la misura verrà rinnovata con qualche novità. L’intenzione è quella di mantenere il sostegno economico per i soggetti che non sono nella condizione di lavorare – pensionati in difficoltà, invalidi, chi non ha reddito e chi ha figli minori di cui farsi carico - andandone invece a modificare l’impostazione per chi è in grado di lavorare
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“Il reddito di cittadinanza non finirà il 31 dicembre di quest'anno", ha detto il viceministro al Lavoro Claudio Durigon (in foto), “ma qualcosa si può progettare fin da subito". A breve si apriranno dunque discussioni "con il ministro di riferimento, Calderone, e anche con la coalizione. Credo che ci sia un'unione di intenti"
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Il viceministro non nasconde che tra le fila della maggioranza ci sarebbe "chi è più drastico" sul reddito di cittadinanza, ma in generale la convinzione è che "la povertà sia un elemento importante in questa fase", ha aggiunto Durigon parlando ai microfoni di Radio 24. Proprio la Banca d'Italia ha più volte sottolineato come il Reddito sia stato utile a sostenere una buona fetta della popolazione più in difficoltà ma non ha saputo conseguire pienamente gli obiettivi sul fronte delle politiche attive del lavoro
Reddito di cittadinanza, il reddito non sarà prorogato
Ci sono già “idee precise”, spiega Durigon, su come intervenire per limitare il reddito, con l'obbligo dell'offerta congrua: "Se non si accetta, a casa già la prima volta". Secondo i dati resi disponibili da Anpal, relativi allo scorso giugno, sarebbero 660mila i beneficiari del reddito “occupabili”. Al momento la normativa prevede un meccanismo di décalage dell'assegno dopo il primo rifiuto. Per far decollare il sistema, per il governo, è necessario innanzitutto potenziare il sistema dei centri per l’impiego e lavorare per fare incontrare domanda e offerta
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Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Inps lo scorso 25 ottobre sono stati spesi oltre sei miliardi di euro nei primi nove mesi dell'anno per il Reddito e la Pensione di cittadinanza. Dall'introduzione del reddito, nell' aprile 2019 in totale sono stati erogati circa 25,9 miliardi. In media l'importo percepito è di 550 euro al mese e il 64,7% dei nuclei beneficiari risiede nel Sud e Isole
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Sarà “determinante”, dice Durigon, la collaborazione con il mondo del lavoro privato, tra cui le agenzie interinali, per dare una risposta ai nodi sul reddito. Subito sulle barricate il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte. "Il reddito di cittadinanza è in discussione? Sarebbe un grave errore… Cosa significa dire 'vogliamo modificare il reddito di cittadinanza solo per quel terzo dei percettori idonei al lavoro' ?”, si è chiesto Conte intervistato a Dritto e Rovescio

“Il lavoro non c'è, e non è certo Meloni che lo sta creando in questo momento occupandosi di reati da Stato di polizia: se il reddito di cittadinanza non c'è, avremo un problema in più, avremo una famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese. Stiamo parlando di indigenti. Dobbiamo smetterla di pensare che ci sono dei furbetti che sono meno dell'1%", ha detto Conte

Intanto, critica l’attuale quadro di riferimento per il reddito il vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia Giorgio Mulé. “I navigator hanno fallito, hanno provocato uno spreco di denaro pubblico senza produrre gli effetti per cui sono stati creati, quindi devono essere fermati e ripensati", ha detto

Mulè ha precisato che “nessuno vuole togliere con un colpo di mano il reddito di cittadinanza, soprattutto ai poveri e a coloro che sono realmente inabili al lavoro. Ma è un sistema che va modificato e rimodulato in profondità, così come devono essere rimodulati i parametri Isee, perché gli attuali alterano la reale situazione economica delle famiglie, danneggiandole”

Apre invece a una revisione del reddito di cittadinanza il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che si dice "totalmente d'accordo a che le erogazioni vadano a chi effettivamente ne ha diritto. L'Inps ha sempre svolto con responsabilità e competenza la funzione di ente erogatore ai sensi delle norme di legge". L'Istituto ha fatto controlli ex ante e questo, "anche laddove non fosse espressamente previsto dalla legge, ha permesso di intercettare preventivamente tutti i possibili indebiti individuabili dalle analisi di rischio conosciute e disponibili"

Tridico ricorda poi come "milioni di famiglie in stato di profonda indigenza, progressivamente aumentate a causa della pandemia e della crisi hanno potuto sostenersi e non arretrare in profonda povertà grazie al sostegno del reddito o della pensione di cittadinanza". "Lavorare su questo fronte delle condizioni dignitose del vivere e parallelamente potenziare l'accesso al lavoro, per chi può, è la strada maestra" ha aggiunto
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