
Bce, nuovo rialzo dei tassi di interesse: cosa succede a mutui e prestiti
La decisione dell’Istituto di Francoforte produrrà un effetto a catena anche sulle tasche delle famiglie italiane, alle prese con rate e restituzioni. Secondo una simulazione, è possibile che dopo questa stretta ci sia un rincaro mensile di 50 euro, che si aggiungerebbe all’aumento di 90 euro legato alle precedenti decisioni

La Bce ha deciso di alzare per la seconda volta consecutiva i tassi di interesse di 0,75 punti base. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la Banca centrale salgono rispettivamente al 2%, al 2,25% e all'1,50%
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IL RITORNO IN CAMPO DELLA BCE – Dati che non si vedevano da 13 anni: infatti, il tasso principale al 2% tocca il livello più alto dal primo trimestre 2009, quando c’era Jean Claude Trichet a guidare la Bce. Altri tempi, altre situazioni. L’aumento dei tassi di interesse significa il ritorno in campo della Bce: Christine Lagarde ha annunciato che Francoforte farà di tutto per evitare che l'inflazione continui a rappresentare un problema per l'Unione
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L’OBIETTIVO – Il principio di fondo dell’Istituto bancario europeo è chiaro: riportare l’inflazione al 2% nel medio termine. Il Consiglio della BCE ha deciso di “aumentare ulteriormente i tassi di interesse per assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo prefissato". Per questo motivo l'andamento dei tassi di riferimento in futuro verrà definito di volta in volta in base all'evolvere delle prospettive per l'inflazione e l'economia
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COSA SIGNIFICA PER I MUTUI? – Una simile scelta da parte di Francoforte significa che i mutuari saranno incentivati a passare dai tassi fissi a quelli variabili. L'effetto della prima stretta della Bce di luglio ha già portato i tassi del mese di settembre a salire, in media, dal 2,07 al 2,17%, tornando così ai livelli di giugno 2016. L’ultimo rapporto mensile dell’Abi ha registrato una diminuzione delle richieste di mutui a tasso fisso, a settembre il 40% dei nuovi prestiti contro il 53,9% di agosto
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COSA CAMBIA PER LE FAMIGLIE – Bankitalia nel suo ultimo Bollettino ha evidenziato come “il rialzo dei tassi ufficiali dello scorso luglio si è solo in parte trasmesso sul costo del credito a imprese e famiglie, che rimane nel complesso su livelli ancora contenuti”. Ad agosto il tasso di interesse medio sui nuovi prestiti bancari alle aziende è salito di quasi 30 punti base rispetto a maggio, mentre quello sui nuovi prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni è cresciuto di quasi 20 punti
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RINCARI SULLE RATE DEL MUTUO – Come riporta Mutuionline in un suo report, a fronte di un mutuo a tasso variabile da 140 mila euro rimborsabile in 20 anni, la rata mensile salirebbe di circa 50 euro per effetto di questo rincaro, che si aggiungerebbero ai precedenti 90 euro medi di rincaro delle precedenti strette. Uno scenario simile anche per i tassi fissi: un fisso a 10 o 20 anni potrebbe passare, contando il peso dell'Euribor attorno allo 0,3% annuo, dal 2,4-2,5% pre-rincari dei tassi a un 4,25-5% medio rendendo difatti più conveniente il tasso variabile
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L’IMPATTO SUI CONTI ITALIANI – Come ha evidenziato “Il Giornale”, “questa decisione impatta anche sui prestiti personali che potrebbero costare, in termini di interessi, almeno il 6%. Dati alla mano, però, sempre considerando un prestito per l’acquisto di beni e servizi oggi il tasso migliore è del 5,9%, in aumento rispetto al 5,7% di 12 mesi fa”

LE BANCHE – Le banche possono, da un lato, temere per la prevista contrazione della domanda ma dall'altro pensare a una maggiore patrimonializzazione. Il differenziale tra il tasso medio sugli impieghi e quello sulla raccolta a settembre è risalito a 199 punti base dai 186 del mese precedente. Lo spread in questione, che negli anni d'oro per le banche, prima della crisi finanziaria globale, era arrivato fino a 335 punti base, è destinato fisiologicamente a risalire, stimano dall'Abi, certamente sopra i 200 punti base

LO SPREAD – Non ci saranno invece sorprese per quanto riguarda lo spread tra Btp e Bund tedeschi: ad oggi il differenziale segna 219 punti base, con un rendimento al 4,302%, in calo di 10 punti rispetto al momento preannuncio. I mercati hanno da tempo interiorizzato questa svolta. Ora servirà non far ripercuotere l’aumento dei tassi sui cittadini
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