Attesa per le decisioni di Francoforte. Gli investitori si aspettano dal comitato direttivo un ulteriore rialzo dei tassi dello 0,75%
Un nuovo rialzo deciso dei tassi d'interesse da 75 punti base, come a settembre. Una possibile stretta ai maxi-prestiti 'Tltro' che stanno concedendo utili troppo ricchi al sistema bancario mentre il resto dell'economia soffre. E il possibile cenno al quantitative tightening, cioè la marcia indietro dagli acquisti di bond che potrebbe partire nella seconda parte del 2023, ma senza scossoni.
Probabile rialzo dei tassi dello 0,75%
E' quello che c'è da aspettarsi dalla Banca Centrale Europea a Francoforte, con l'annuncio e poi la conferenza stampa della presidente Christine Lagarde. Dove potrebbero arrivare repliche alle parole della neo-Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che alla Camera aveva evocato una "scelta azzardata" sui tassi allungando la lista dei malumori della politica nazionale dopo il francese Macron e la finlandese Sanna Marin. Possibile che Lagarde ricordi l'indipendenza della Bce dalle richieste della politica, fondamento della credibilità di ogni banca centrale. Ma la prima risposta al mal di pancia della politica, che nascono dalla constatazione che l'Eurozona è sull'orlo della recessione e alzare i tassi rischia di esacerbarla, arriverà dalla decisione sui tassi.
Possibile pausa
Lagarde, con ogni probabilità, ricorderà che una "normalizzazione" della politica monetaria - ancora molto espansiva - verso un livello neutrale è ineludibile se non si vuole soffiare sul fuoco. Ma l'inflazione, con il passaggio al 2023, al lordo dell'incognita-gas potrebbe iniziare a rallentare per ragioni statistiche. La recessione dovuta allo shock energetico darebbe un colpo ulteriore all'andamento dei prezzi. Ecco perché già nella riunione successiva, quella del 15 dicembre, la Bce potrebbe già rallentare con un rialzo di mezzo punto che porterebbe il tasso sui depositi al 2%, avvicinandosi all'agognato tasso "neutrale". Da qui in poi è possibile una pausa di riflessione: specie se la nuove previsioni che la Bce diffonderà a dicembre indicassero il ritorno dell'inflazione al 2% entro 2025, fornendo ai governatori un ottimo argomento per fermarsi nel 2023.