
Smart working, il piano del nuovo ministro Zangrillo per la Pubblica amministrazione
Il neo titolare del dicastero, che ha preso il posto di Renato Brunetta, ha detto di essere “più laico” sul tema del lavoro agile: "Pensare che si possa rinunciare a questo strumento significherebbe confermare che la Pa è diversa dalle altre organizzazioni”

"Sullo smart working ho un atteggiamento più laico di Renato” Brunetta: a pronunciare queste parole è stato il nuovo ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo (in foto). Il destino del lavoro agile per i dipendenti pubblici è uno dei temi che il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni si troverà presto a dover affrontare
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Il nuovo ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha detto di voler salvare “tutto il lavoro fatto da Renato Brunetta" nella Pubblica amministrazione, ma ha aperto su un maggiore utilizzo dello smart working lì dove è possibile però verificare i risultati del lavoro agile
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"Pensare che si possa rinunciare a questo strumento significherebbe confermare che la pubblica amministrazione è diversa dalle altre organizzazioni”, ha spiegato il ministro Paolo Zangrillo
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A sottolineare però le criticità del lavoro agile nell'amministrazione è la stessa Commissione tecnica insediata dal ministro Brunetta, secondo la quale c'è stata una "assenza generalizzata di iniziative di informazione e formazione per addestrare il personale a questa nuova modalità di svolgimento del lavoro che va ben oltre il mero cambiamento del luogo di lavoro"
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Secondo le linee guida del ministero, sono le singole amministrazioni che individuano le attività che possono essere effettuate in smart working, previo confronto con le organizzazioni sindacali. L'obiettivo secondo le linee guida è di avere una disciplina "che favorisca la produttività e l'orientamento ai risultati e concili le esigenze dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni"

"C'è una diffusa soddisfazione da parte dei lavoratori coinvolti”, ha riportato la Commissione, grazie al miglioramento dell'equilibrio fra vita professionale e privata ma "non ci si è invece curati di monitorare l'impatto sulla produttività e soprattutto sui servizi erogati e sulla risposta dell'utenza”

Secondo la Commissione “anche nelle poche istituzioni pubbliche che hanno effettuato una qualche forma di monitoraggio, un effetto positivo in termini di produttività è stato segnalato in una percentuale che non possiamo ritenere soddisfacente, pari al solo 44,8% dei casi"

Il nuovo ministro Zangrillo ha sottolineato la necessità di verificare i risultati sui servizi al cittadino nel lavoro da remoto: "Intendo procedere cercando di comprendere con quali modalità possiamo utilizzare questo strumento. È evidente che comporta un modo diverso di gestire il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore”

“Si passa da una logica di controllo a una logica di verifica dei risultati”, ha aggiunto ancora Zangrillo. “Ci vuole maturità. Se il sindacato rivendica la possibilità di avere smart working deve essere consapevole che lo smart si può fare a determinate condizioni"

E i sindacati sembrano guardare con favore a questa apertura del nuovo titolare del dicastero: "Apprezziamo le parole del ministro sull'utilizzo del lavoro agile, ci aspettiamo a breve una convocazione”, ha detto il numero uno della Uil-pa, Sandro Colombi
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