
Reddito di cittadinanza, il report Anpal: “Lavora uno su cinque fra gli occupabili”
I dati emergono dal monitoraggio dell’Agenzia Nazionale politiche attive lavoro relativo a fine giugno 2022. In tutto i beneficiari della misura considerati in grado di lavorare sono 920mila, ma solo una minima parte - il 18,8% - risulta occupato. Il 73%, invece, non ha mai avuto un contratto da dipendente o in para-subordinazione nei 36 mesi precedenti

Tra i 920mila beneficiari del Reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro sono 173mila gli occupati. Circa uno su cinque, pari al 18,8%. Lo riferisce il report Anpal con dati aggiornati al 30 giugno 2022
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Nel 73% dei casi i beneficiari soggetti al Patto per il lavoro non hanno mai avuto un contratto di lavoro dipendente o in para-subordinazione nei 36 mesi precedenti il 30 giugno 2022
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Campania e Sicilia sono i due territori che hanno la maggiore percentuale di beneficiari, con valori rispettivamente del 25,6% e del 21,6%. Nell’insieme, le due regioni assommano dunque il 47,2% del totale di chi fa ricorso alla misura. Tutte le restanti aree regionali esprimono valori al di sotto del 10%
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Per quanto riguarda invece la platea dei beneficiari occupati si osserva una maggiore incidenza nelle regioni centro settentrionali, con valori compresi tra il 27% e il 31%, a fronte del 18,6% delle regioni del sud e il 16,7% delle isole
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Il 70,8% ha al massimo un titolo di scuola secondaria inferiore e solo il 2,8% un titolo di livello terziario, mentre un quarto ha un diploma di scuola secondaria superiore

Tra gli occupati, il 53,5% ha un rapporto di lavoro a tempo indeterminato o in apprendistato e il 39,2% a tempo determinato. L’incidenza degli occupati con contratti a termine supera il 55% per gli under 30. Quasi il 95% dei beneficiari occupati svolge attività per cui sono richieste competenze basse e medio basse

Rispetto a dicembre 2021 il totale dei beneficiari del Reddito è diminuito del 23%, pari a -273mila individui. Il flusso in uscita per la gran parte degli individui (61%) è dovuto a domanda “terminata”, cioè al raggiungimento del periodo di massima erogazione (18 mesi)

Gli entrati nel corso dei precedenti sei mesi sono per il 63,5% nuovi ingressi, mentre per il 36,5% sono rientri dopo presentazione di una nuova domanda. Tra i beneficiari entrati o rientrati in misura uno su due non ha avuto alcuna esperienza lavorativa alle dipendenze o in para-subordinazione negli ultimi tre anni
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