
Energia, l'austerity degli anni '70 in Italia: luci spente e stop alle auto. Cosa successe
Nel 1973 la guerra del Kippur provocò una crisi petrolifera. Egitto e Siria combattevano contro Israele e i Paesi dell'Opec alzarono i prezzi verso gli Stati a favore di Tel Aviv, prima dell'embargo definitivo. Dal 2 dicembre di quell'anno in Italia i veicoli privati non potevano più circolare di domenica e nei giorni festivi. I neon di negozi e supermercati venivano spenti, gli uffici chiudevano prima. I benzinai chiudevano dalle 12 del sabato e riaprivano il lunedì. Il periodo di restrizioni durò fino al 1974

Le conseguenze della guerra in Ucraina continuano a farsi sentire, soprattutto sul fronte energetico. Il rischio che Mosca tagli del tutto i rifornimenti di gas all'Europa ha spinto il governo italiano a decidere di intervenire con un piano di risparmio di energia. Si prevede, tra le altre cose, di abbassare - da ottobre - la temperatura dei termosifoni da 20°C a 19° C e di tenerli accesi un'ora in meno. C'è chi parla di "austerity", anche se siamo ben lontani da quanto successe negli anni '70, quando l'Italia e altri Paesi entravano davvero in regime di austerity
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Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 l’Italia si era ormai abituata alla modernità del boom economico che aveva risollevato il Paese dalle macerie della Seconda Guerra mondiale. Nell'inverno 1973 tutto cambiò. Una pesante crisi energetica costrinse il Paese a entrare in un periodo di austerity. Le luci delle città furono oscurate, i locali chiudevano alle 23, bar e cinema avevano i neon spenti. Ai cittadini fu chiesto di non guidare le auto, almeno di domenica. Qualcuno rispolverò le biciclette dalla cantina, qualcuno i pattini, altri i cavalli
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Da tempo la situazione dei mercati energetici era tesa. Il punto di rottura si raggiunse nell’ottobre 1973. La guerra dello Yom Kippur, combattuta da Egitto e Siria contro Israele, portò prima a un rincaro del petrolio da parte dei Paesi dell’Opec verso gli Stati che appoggiavano Tel Aviv, poi a un vero e proprio embargo sul greggio. Il prezzo al barile schizzò da tre a 12 dollari. Tutti i Paesi occidentali, con l’Olanda capofila, approvarono misure di contenimenti energetici. Così fece anche Roma, sotto la guida del quarto governo Rumor (in foto, Mariano Rumor)
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di economiaIn una seduta terminata a notte fonda, il 23 novembre 1973 fu varato il decreto-legge 304, passato alla storia come Decreto austerity. Al Paese fu vietato, dal 2 dicembre, di utilizzare non solo auto e moto nei giorni festivi e di domenica, ma anche barche e aerei privati. “Stiamo entrando in un inverno difficile" spiegò il premier Rumor. Rimasero a piedi anche i ministri e il presidente della Repubblica Giovanni Leone (in foto), che per andare alla cerimonia dell'Immacolata Concezione in piazza di Spagna recuperò dalle rimesse del Quirinale una carrozza a cavalli
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Nei weekend in strada si trovavano solo mezzi di sicurezza e di soccorso e i trasporti pubblici. Tutti gli altri rischiavano un milione di lire di multa. Per risparmiare benzina scesero anche i limiti di velocità, fissati a 100 km/h nelle strade extraurbane e a 120 km/h in autostrada. Le vie e le piazze del Paese furono invase da 11 milioni di biciclette, insieme a tandem, carrozzelle e pattini: gli italiani non rinunciarono a uscire di casa per trascorrere qualche ora di relax dopo una settimana di lavoro
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Bar e ristoranti aveveno l'obbligo di tirare giù le saracinesche non oltre la mezzanotte. Un’ora prima dovevano fare lo stesso locali pubblici, cinema, teatri e locali da ballo. Le città erano più buie: si ridusse l’illuminazione pubblica del 40%. Praticamente, solo un lampione su due rimaneva acceso durante la notte. Gli uffici pubblici anticiparono la chiusura alle 17:30, i negozi alle 19. I benzinai lasciavano il lavoro alle 12 del sabato e tornavano il lunedì. Quel Natale si consigliò di limitare anche le luminarie
Quali elettrodomestici comprare per risparmiare energiaLe abitudini delle famiglie cambiarono. Per far anticipare i riti serali di cena e dopocena, la Rai intervenne sul palinsesto. L’unico telegiornale del tempo, il Tg1, non andava più in onda alle 20:30, ma alle 20, orario mantenuto fino a oggi. In ogni caso, per convincere l’Italia ad andare a letto presto – risparmiando energia elettrica – nessun programma poteva essere trasmesso oltre le 22:45, con 15 minuti di sforamento concessi. Anche quando tutto era aperto i neon di supermercati ed esercizi commerciali dovevano rimanere spenti

Enel e le imprese distributrici di elettricità ridussero la tensione del 6-7% dalle 21 alle 7, limitando la possibilità di usare elettrodomestici nelle case. La temperatura consigliata negli edifici era di massimo 20 gradi. Intanto l'inflazione aveva raggiunto livelli record, alzandosi fino al 12,5%. Pochi mesi dopo la situazione tornò gradualmente a sbloccarsi. A marzo 1974 terminò l’embargo sul petrolio, e da aprile la morsa della crisi energetica iniziò ad allentarsi

Si tornava in strada con le auto anche di domenica, ma non tutti insieme. Comincia il periodo delle domeniche a targhe alterne: una domenica circolavano le auto con numero finali pari, quella dopo i veicoli con numero finale dispari. Le misure di austerity venivano abbandonate il 2 giugno 1974. La necessità di un uso più oculato dell’energia si era intanto fatta strada nel tessuto sociale, tanto che due anni dopo – a crisi superata – la Rai lanciò un nuovo programma, Domenica In, per convincere gli italiani a rimanere a casa le domeniche
Non durò moltissimo. I “favolosi” anni ’80 erano dietro l’angolo. Il nuovo decennio – colorato, rumoroso - avrebbe portato l’Italia in una nuova era. La televisione non sarebbe più stata in bianco e nero, le discoteche sostituirono le sale da ballo e si riempirono ogni weekend. I palinsesti televisivi venivano invasi da spot pubblicitari, arrivarono i primi computer. L’austerity faceva spazio al consumismo