
La Francia rischia razionamenti di elettricità nonostante il nucleare: ecco perché
La premier Elisabeth Borne ha detto che “purtroppo, dobbiamo prepararci al razionamento dell'elettricità alle imprese”. Parigi può contare sulla carta su 56 reattori, ma 30 sono attualmente fermi: 12 per problemi di corrosione, altri 18 per manutenzioni programmate fra il 2022 e il 2025

La Francia, prima produttrice di energia nucleare in Europa, rischia di conoscere un inverno con razionamenti dell’elettricità. L’annuncio è arrivato direttamente dalla premier francese, Elisabeth Borne, che davanti alla Confindustria d'Oltralpe ha dichiarato: "Purtroppo, dobbiamo prepararci al razionamento dell'elettricità alle imprese"
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La premier ha chiesto a tutte le imprese di preparare, a settembre, "un piano di moderazione" e ha dato appuntamento a tutti per l'inizio di ottobre per "conoscere i diversi scenari” e considerare "i rischi di razionamento". "Se dobbiamo arrivare al razionamento”, ha detto, “le imprese sarebbero le prime colpite, e purtroppo dobbiamo prepararci"
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Di fronte al rischio di penuria di energia per il prossimo inverno - causato dai prezzi alle stelle del gas e dalla paura che la Russia possa chiudere all’improvviso i rubinetti - la premier Borne ha lanciato un appello ai francesi a diminuire il consumo energetico: "Abbiamo soltanto una strada, abbassare il consumo di energia. Se non lo facciamo potrebbero esserci improvvise sospensioni nell'erogazione di gas, da un giorno all'altro, con gravi conseguenze economiche e sociali"
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Insomma sia i cittadini sia le aziende francesi rischiano di dover far fronte al razionamento dell’energia elettrica. Ma come può succedere in un Paese che conta 56 reattori nucleari e produce oltre la metà dell’elettricità derivante dall’atomo di tutta l’Unione? Il problema risiede nella condizione e manutenzione degli impianti
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Attualmente infatti 30 dei 56 reattori nucleari in Francia sono fermi: 12 per problemi di corrosione, altri 18 per manutenzioni programmate fra il 2022 e il 2025. L'Autorità per la Sicurezza Nucleare ha approvato l'operato del gruppo Edf, che gestisce le centrali, aggiungendo tuttavia che in alcuni casi, come quello del reattore 2 della centrale di Belleville, bisogna accelerare le operazioni per un ritorno al funzionamento, previsto al momento nel 2024

Da parte sua Edf ha "preso atto" di tali rilievi e ha annunciato che predisporrà "una nuova programmazione" dei lavori, ma ha anche avvertito che la chiusura di questi reattori "può allungarsi fino a 25 settimane in caso di riparazioni”. I problemi di corrosione che riguardano 12 reattori sono stati rilevati o sospettati in corrispondenza delle saldature dei tubi di iniezione di sicurezza - che consentono il raffreddamento del reattore in caso di incidente - collegati al circuito primario

Questa corrosione, detta da "stress”, provoca piccole crepe. Per alcuni reattori Edf verificherà anche il circuito di raffreddamento in modalità spenta. I problemi di corrosione e le manutenzioni programmate non solo riducono le prospettive per la produzione di elettricità da fonte nucleare, costringendo il governo ad annunciare un possibile razionamento dell'energia, ma peggiorano anche i risultati finanziari di quest'anno per Edf, che il governo sta rinazionalizzando al 100%