Inflazione al 7,9%, sale il costo della spesa

Economia

Simone Spina

I prodotti più acquistati - dal cibo ai detersivi - sono rincarati di oltre il 9% nel giro di un anno. Una stangata dovuta all'aumento generale dei prezzi, che a una famiglia finirà per costare più di duemila euro a fine anno. Nonostante gli aiuti miliardari decisi dal governo negli ultimi mesi

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L’onda lunga del carovita arriva nel carrello della spesa e presenta il conto alla cassa. Frutta, verdura, pane, pasta, carne, ma anche deodoranti, detersivi e altri prodotti per la casa costano il 9,1 per cento in più rispetto a un anno fa. In pratica, i prodotti più acquistati ogni giorno dagli italiani – ci dice l’Istat – a luglio hanno registrato un incremento che non si vedeva da trentotto anni.

L'energia traina i rialzi

Tutto questo nonostante il mese scorso l’inflazione abbia leggermente rallentato (di appena un decimo di punto), attestandosi al 7,9 per cento, perché il costo dei beni energetici ha frenato. Luce, gas e carburanti rimangono a quote stellari, la loro corsa – iniziata dopo la prima ondata della pandemia e aggravata dalla guerra in Ucraina – è all’origine degli aumenti che riducono il potere d’acquisto, cioè con gli stessi soldi si comprano meno cose.

Il conto per una famiglia

A fine anno, stimano le associazioni dei consumatori, per una coppia con due figli l’esborso aggiuntivo sarà superiore a 2.500 euro: più di uno stipendio perso per la maggior parte degli italiani. Una stangata che poteva essere maggiore se lo Stato non avesse destinato nell’ultimo anno 52 miliardi di soldi pubblici, dei quali 17 con l’ultimo decreto già in vigore, per arginare l’impatto dei prezzi, a partire dalle bollette per famiglie e imprese.

Il carovita minaccia la crescita

La tassa occulta del carovita non riguarda solo l’Italia, ma tutto il mondo, tanto da far temere una recessione globale. In Europa – dove da molte parti l’inflazione viaggia più veloce che da noi – la Banca Centrale ha alzato il costo del denaro nella speranza di contenere i prezzi. Non si escludono nuovi ritocchi ai tassi d’interesse, con la conseguenza che i risparmi in banca dovrebbero rendere qualche quattrino in più ma – per contro - costi più alti per chiedere un mutuo per la casa o un prestito.  

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