
Superbonus, a luglio corre ancora: resta il nodo crediti. I DATI
I dati, relativi al 31 luglio. sono stati riportati nel consueto resoconto mensile dell'Enea. Nel documento sono stati segnalati gli investimenti ammessi alla detrazione in crescita a 39,75 miliardi, rispetto ai 35,2 miliardi del mese di giugno. Le detrazioni a carico dello Stato, previste a fine lavori, sono arrivate a 43,72 miliardi, rispetto ai 38,7 miliardi del mese precedente

Non si frena, a luglio, la corsa del Superbonus al 110% ma persiste il nodo della cessione del credito. In particolare, quello relativo alla responsabilità solidale del trasferimento che il decreto Aiuti bis, proprio di recente, non ha sciolto, dopo che le frodi allo Stato sui bonus edilizi hanno toccato quota 5,7 miliardi di euro e nuove indagini vengono condotte per truffa
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Nel solito resoconto mensile, l'Enea ha pubblicato i dati relativi al 31 luglio, segnalando gli investimenti ammessi alla detrazione in crescita a 39,75 miliardi, rispetto ai 35,2 miliardi del mese di giugno, con le detrazioni a carico dello Stato previste a fine lavori attestatesi a 43,72 miliardi, rispetto ai 38,7 miliardi del mese precedente
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Le richieste, in sostanza, continuano ma spesso restano parcheggiate nel cassetto fiscale, generando accumuli per gli operatori che sono sempre più complessi da smaltire

A sperare in una svolta, anche grazie all'inserimento di una norma specifica nel Dl Aiuti bis, è stato innanzitutto l'Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, che ha considerato il provvedimento “l'ultima opportunità per sbloccare realmente il meccanismo della cessione del credito”

Il tutto in un mercato che, sempre secondo Ance, “sta paralizzando gli interventi di Superbonus già avviati ed è fonte di grandi disagi per le famiglie e le imprese” e “per evitare il fallimento di migliaia di aziende che hanno immagazzinato i crediti ma che non riescono più a monetizzarli”

Allo stesso modo anche Confedilizia ha spinto per una norma che facesse “definitivamente” chiarezza sul fatto che “i cessionari - almeno quelli successivi al primo - non incorrano in alcuna responsabilità”. In caso contrario, “i crediti finora acquisiti non potranno liberamente circolare e, conseguentemente, proprietari e condominii non troveranno sul mercato imprese disposte ad avviare, e in alcuni casi anche a proseguire, i lavori”, è stato spiegato

Considerando invece il fronte politico, il Movimento 5 Stelle, ribadendo come grazie a questo bonus edilizio lo Stato abbia incamerato 4,2 miliardi di entrate finanziarie superiori alle previsioni, ha chiesto che vengano sbloccati i crediti “incagliati” attraverso “un intervento realmente risolutivo sulla responsabilità in solido”. In questo senso, Stefano Patuanelli si è adoperato in difesa dello strumento, riportando i dati di Nomisma su un ritorno economico pari a 124,8 miliardi, a fronte di investimenti per 38,7 miliardi

Fratelli d'Italia, poi, ha chiesto formalmente al governo di risolvere il nodo della responsabilità solidale. Per gli addetti ai lavori sarebbe l'ultimo e decisivo step dopo le modifiche nate per sbloccare le cessioni nel primo dl aiuti e poi nel decreto semplificazioni, che, per il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni, consentirebbero già un minimo ritorno alla normalità

E’ probabile, a questo punto, che gli ultimi nodi verranno superati “non appena l'Agenzia delle Entrate avrà diramato una nuova circolare con i chiarimenti definitivi”, ha concluso
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