
Rivalutazione pensioni 2023 già dal 2022: cosa potrebbe cambiare in base all'inflazione
Nel Dl Aiuti potrebbe essere contenuta la misura che consente di anticipare a dopo l'estate l'adeguamento delle pensioni all'inflazione. L'obiettivo è salvaguardare il potere di acquisto dei cittadini

L’anticipo della rivalutazione delle pensioni è una delle misure che potrebbero essere contenute nel Dl Aiuti-bis, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri la prossima settimana

La rivalutazione delle pensioni è prevista a gennaio 2023, ma l’ipotesi sul tavolo è anticiparla di alcuni mesi con l’obiettivo di proteggere da subito il potere di acquisto dei pensionati di fronte all’inflazione
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All’inizio dell’anno l’importo delle pensioni, insieme a quello degli altri trattamenti assistenziali, deve infatti essere adeguato al cambiamento dell’inflazione registrato nei mesi precedenti
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Rivalutare le pensioni significa quindi ricalcolare l’importo mensile in base all’aumento dell’inflazione

Gli assegni dovrebbero quindi registrare un aumento del loro importo in considerazione dell’aumento dell’inflazione, che difficilmente rientrerà alla fine del 2022

Sull’importo dell’assegno si applica un aumento pari al tasso di rivalutazione registrato dall’Istat per i 12 mesi precedenti

I meccanismi, percentuali e platea sono ancora allo studio: il sistema attuale prevede tre fasce per la rivalutazione (100% fino a 4 volte il minimo, pari a 523 euro; 90% tra 4 e 5 volte il minimo e 75% sopra questa soglia)

La proposta di anticipare la rivalutazione delle pensioni era stata discussa nell’incontro, avvenuto il 27 luglio, tra il presidente del Consiglio Draghi e i segretari di Cgil, Cisl e Uil a Palazzo Chigi. Il primo dopo le dimissioni del governo

“L’incontro ha prodotto alcune prime risposte nella direzione da noi richiesta. Credo che la strada sia giusta”; aveva affermato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini