
Reddito di cittadinanza, arriva la stretta: si perde anche rifiutando offerte di privati
Nella notte fra giovedì e venerdì è stato approvato alla Camera un emendamento che permette anche a settori diversi da quello pubblico di avanzare proposte di impiego ai beneficiari della misura statale. In caso di doppio no, si sarà costretti necessariamente ad accettare la terza offerta, pena la revoca dell’assegno mensile

Novità per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza: nella notte fra giovedì e venerdì è stato approvato alla Camera un emendamento al decreto Aiuti che stabilisce che anche i datori di lavoro privati potranno proporre offerte ai beneficiari della misura. In caso di doppio rifiuto, i detentori del Reddito saranno costretti ad accettare la terza proposta di lavoro, pena la decadenza del beneficio
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La misura è passata con il voto contrario del Movimento 5 Stelle che però è risultato ininfluente, visto che aveva l’approvazione sia del centrodestra che del Partito Democratico, che l’hanno ritenuta una modifica utile per aiutare soprattutto quei settori in carenza di manodopera, come quello turistico e ricettivo
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Il sospetto di molti operatori del settore è che chi ha il Reddito preferisca dire di no a un'offerta e integrare con qualche lavoro in nero, piuttosto che accettare
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La modifica è frutto di emendamenti identici presentati da quasi tutto l'arco politico, da Maurizio Lupi (Noi con l’Italia), Riccardo Zucconi (FdI) e Rebecca Frassini (Lega) fino a Paolo Zangrillo (FI), Lucia Scanu e Manuela Gagliardi (Misto). Un emendamento quasi identico era stato presentato da Marialuisa Faro, passata nel frattempo da M5s a Ipf, che lo ha ritirato
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L'approvazione di questo emendamento non è piaciuta in casa M5S. “Non possiamo dire che è colpa del reddito di cittadinanza se non si accettano più certi lavori. I cittadini oggi vogliono anche una qualità del lavoro”, ha dichiarato il leader dei pentastellati Giuseppe Conte
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Sarà considerata offerta congrua da parte del privato quella che rispetta le competenze e le esperienze dichiarate nel Patto per il lavoro dal beneficiario. In questo modo chi riceve il sostegno dovrà valutare attentamente anche eventuali proposte dei privati: infatti, in caso di rifiuto dell’offerta, il datore di lavoro lo comunica al centro per l’impiego e il no si somma agli altri progetti declinati

La prima offerta verrà considerata opportuna se a tempo indeterminato e a meno di 80 chilometri di distanza dalla residenza o, comunque, raggiungibile in massimo 100 minuti con i mezzi del trasporto pubblico. Secondo le norme attuali poi a partire dalla seconda, l’offerta può essere su tutto il territorio nazionale

Cosa succede se si rifiuta l’offerta? Dopo il primo no il beneficiario del reddito di cittadinanza va incontro a una diminuzione mensile di 5 euro a partire dal mese successivo al rifiuto. Con il secondo no, sulla base delle novità introdotte dall’ultima manovra, scatta l'obbligo di accettare la terza offerta altrimenti il reddito di cittadinanza viene revocato

Quando sarà valida questa stretta sul reddto di cittadinanza? Entrerà in vigore a partire dall’approvazione definitiva del Dl aiuti, perciò entro metà luglio

A quel punto si dovrà attendere il decreto ministeriale, che giungerà entro 60 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento, per definire le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione dell’offerta di lavoro. Per questa ragione la stretta sulle offerte di lavoro scatterà tra settembre e ottobre