Per Confcommercio la strada scelta non è quella corretta: "Non si può pensare di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni". Parere contrario anche da parte di Confesercenti
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Da oggi scattano le sanzioni per i commercianti, gli artigiani e i professionisti che non consentiranno ai loro clienti di effettuare i pagamenti con carte e bancomat. Il Pos obbligatorio però divide le categorie: alcune associazioni dei consumatori accolgono la nuova norma con favore mentre altre associazioni di settore esprimono proccupazione, come i tabaccai che chiedono l'esonero. "La lotta all'evasione fiscale - ha affermato Assotabaccai - tramite l'obbligo di accettazione di pagamenti con carta e bancomat è un controsenso nel caso delle tabaccherie che sono, infatti, concessionarie dello Stato". L'associazione infatti ha spiegato che di fatto nel loro caso la tracciabilità già esiste.
Obbligo accompagnato da sanzioni
L'argomento fa discutere anche il governo, tant'è che è stato accolto un ordine del giorno nel quale il Parlamento si è impegnato a prevedere un credito d'imposta del 100% sui maggiori costi, a fronte dell'utilizzo della carta per acquisti di pochi centesimi, dai francobolli ai biglietti dell'autobus. L'obbligo che scatta è accompagnato da una sanzione di 30 euro per chi si rifiuta, al quale si aggiunge un 4% dell'importo del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento. In caso di rifiuto di un pagamento di 100 euro tramite il Pos, il commerciante andrebbe incontro ad una sanzione da 34 euro (30 euro di ammenda fissa e 4 euro per quella variabile).
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Le proteste di Confcommercio e Confesercenti
"È un provvedimento inopportuno e iniquo", ha affermato Confesecenti che ha spiegato che "per le imprese più piccole, per le quali il costo della moneta elettronica - soprattutto sulle transazioni di importo ridotto - è già molto elevato con circa 772 milioni di euro l'anno, fra commissioni e acquisto/comodato del dispositivo". La strada scelta è sbagliata anche per Confcommercio: "Non si può pensare di incentivare i pagamenti elettronici attraverso il meccanismo delle sanzioni, quello che serve per raggiungere questo obiettivo è una riduzione delle commissioni e dei costi a carico di consumatori ed imprese, anche potenziando lo strumento del credito d'imposta sulle commissioni pagate dall'esercente, e introdurre la gratuità per i cosiddetti micropagamenti".