
Fondi pensione: iscritti nel 2021 sono 8,8 milioni (+3,9%), ma il 27% non versa contributi
Dalla relazione annuale della Covip emerge come lo scorso anno i rendimenti dei fondi (4,9%-6,4%) siano stati superiori alla rivalutazione del Tfr (3,6%). Le risorse accumulate salgono a 213,3 miliardi di euro. Ne usufruiscono soprattutto uomini delle classi intermedie e più vicine all'età della pensione. Il presidente Padula: "Donne, giovani, lavoratori delle aree meridionali continuano a essere più assenti, proprio quelle figure per le quali è più urgente il bisogno di costruzione di un futuro previdenziale"

Aumentano gli iscritti ai fondi pensione, che anche nel 2021 “battono” il rendimento del Tfr, rivalutato del 3,6%. Ma l’adesione va allargata, perché risultano più assenti le figure fragili del mondo del lavoro: le donne e i giovani
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È quanto emerge dalla relazione annuale della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, sull'attività svolta nel 2021
La relazione annuale completa della Covip
Il totale degli iscritti ai fondi pensione alla fine dell'anno scorso è di 8,8 milioni, in crescita del 3,9% rispetto all'anno precedente. Le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari salgono a 213,3 miliardi di euro (+7,8% annuo): un ammontare pari al 12% del Pil
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I contributi incassati nell'anno sono circa 17,6 miliardi di euro, che tornano a crescere sui livelli pre-pandemia. I contributi per singolo iscritto ammontano mediamente a 2.790 euro nell'arco dell'anno
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Ma c'è anche chi non versa: il 27,2% del totale degli iscritti (circa 2,4 milioni) non ha effettuato contribuzioni nel 2021. Oltre un milione di individui non versa contributi da almeno cinque anni
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Comunque anche nel 2021 i rendimenti dei fondi pensione risultano superiori alla rivalutazione del Tfr. La Covip certifica che, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali e i fondi aperti hanno avuto in media un rendimento pari, rispettivamente, al 4,9% e al 6,4%. Nello stesso periodo, il Tfr si è rivalutato, al netto delle tasse, del 3,6%

Nella fotografia degli iscritti si conferma la prevalenza di uomini (il 61,8%) e delle classi intermedie e più prossime all'età di pensionamento: il 50,3% ha tra i 35 e 54 anni, il 31,9% ha almeno 55 anni

"Donne, giovani, lavoratori delle aree meridionali continuano a essere in modo preoccupante più assenti dal settore della previdenza complementare; proprio quelle figure per le quali è più urgente il bisogno anche di costruzione di un futuro previdenziale", ha sottolineato il presidente della Covip, Mario Padula

Un tema sul quale è intervenuto anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando: "È chiaro che in un mercato del lavoro nel quale si moltiplicano le occupazioni precarie, i working poor, risulta esserci poco spazio per un coinvolgimento dei lavoratori che già a stento riescono a versare i contributi alla previdenza pubblica". Anche da questo punto di vista "la questione salariale - ha rimarcato - si pone con forza" per un sistema della previdenza complementare che "non si rivolga solo a chi ha più possibilità"

Orlando ha poi affermato che "la Legge Fornero va cambiata. Bisogna costruire flessibilità in uscita, incidere sui lavori più gravosi tenendo conto dell'usura che diversi lavori determinano e tenere conto del ruolo che le donne sono costrette a affrontare facendosi carico anche del lavoro familiare. Esattamente quello che abbiamo iniziato a fare quest'anno e che dobbiamo rafforzare dopo il confronto con le parti sociali"