
Da grandi dimissioni a smart working, come sta cambiando il mondo del lavoro in Italia
Difficoltà a reperire personale, rinuncia al posto fisso e polemiche sui concorsi. Nel post pandemia sembrano essere emerse nuove criticità oltre a quelle con le quali il nostro Paese fa i conti da anni. C’è chi parla di mancanza di competenze e volontà, ma il presidente dell’Inps Tridico invita a ragionare in termine più ampi, riflettendo sul meccanismo domanda/offerta

In un Paese con un tasso di disoccupazione superiore all’8%, sembra che sia diventato sempre più complicato trovare nuovo personale o convincerlo a restare una volta che è già stato assunto. L’allarme arriva da più parti e sembra coinvolgere categorie di lavoratori diversi
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Con l’approssimarsi dell’estate, per esempio, si è iniziato a presentare il problema degli stagionali. Secondo i dati diffusi da Assoturismo a metà maggio, all’appello mancavano 300mila figure: una carenza che metteva a rischio circa 6,5 miliardi di euro di consumi e ha portato il Ministero del Turismo alla convocazione di uno specifico tavolo
I dati diffusi sulla mancanza di personale nel settore del turismo
Poi sono arrivate le lamentele degli imprenditori. Il cantante Al Bano, che ha un’azienda agricola, ha detto che “la mancanza di manodopera è una realtà drammatica” con cui si scontra tutti i giorni, mentre Flavio Briatore ha denunciato che “i giovani preferiscono il weekend libero al lavoro”. Una posizione simile è stata espressa anche da Tiziana Fausti che, in un’intervista al Corriere di Bergamo ha detto che i ragazzi “ai colloqui per le assunzioni chiedono solo di weekend liberi e straordinari”
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Non sarebbero solo le nuove generazioni ad essere poco adattabili ed accomodanti. In una recente audizione, il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini (in foto) ha detto che “dei 320 funzionari di amministrazione che sono stati messi a concorso, una quota consistente ha rinunciato evitando di prendere servizio a meno che non gli fosse stata indicata una sede al Sud”
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I posti restano scoperti anche perché queste occasioni non sembrano più fare gola come una volta e, anche quando i candidati ci sono, molti non riescono a passare le selezioni. Basti pensare all’ultimo concorso indetto per la scuola o a quello per magistratura, dove la percentuale di bocciati ha sfiorato il 95% e sarebbero stati presentanti “centinaia di temi imbarazzanti"
95% di bocciati alla prova scritta in magistratura. Il commissario: “Centinaia i temi imbarazzanti”
I problemi del mondo del lavoro non si limitano alle assunzioni. Anche nel nostro Paese, si è infatti assistito al fenomeno delle Grandi dimissioni. In un’intervista a Fortune, il ricercatore ed esperto di economia del lavoro Francesco Armillei ha affermato che non è in atto una rivoluzione ma “siamo comunque su un sentiero caratterizzato da un maggior numero di dimissioni e da un più alto numero di lavoratori che cambiano lavoro dopo essersi dimessi”
Cosa succede in Italia dopo le grandi dimissioni?
Secondo Armillei, ci troviamo in generale “su un sentiero di crescita della mobilità e del dinamismo del mercato del lavoro italiano” ma il discorso delle grandi dimissioni non vale per la maggior parte degli under 30, che restano esclusi dal mercato e ai quali è importante “garantire una migliore istruzione e formazione, una transizione nel mercato del lavoro più fluida, forme contrattuali più stabili”
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Anche il presidente dell’Inps Pasquale Tridico (in foto) respinge la retorica del “posto fisso non più attrativo” e della mancanza di volontà dei ragazzi. “Se c'e' un mercato, c'e' un’offerta e una domanda. Se la domanda di lavoro non soddisfa l'offerta, allora quest'ultima deve adeguare le sue condizioni, che possono essere condizioni remunerative, aziendali, di ore lavorate”, ha detto. “Anche gli Stati Uniti hanno questi stessi fenomeni, ma vengono affrontati con un tasso di polemica molto inferiore”

Secondo Tridico, più in generale, l’epoca post Covid ha “fatto emergere nuove e diverse esigenze nel mercato del lavoro e oggi bisogna prendere atto del fatto che offrire un lavoro ha un costo più alto”. Per esempio, dice, vanno aumentate le retribuzioni “ma non è soltanto una questione monetaria. È complessiva. Riguarda il luogo di lavoro, le condizioni offerte nel luogo di lavoro"

E ancora: “All'Inps le domande di impiego arrivano perché siamo nell'onda alta di un reclutamento altamente professionalizzato. Siamo un'amministrazione che punta sulle nuove tecnologie e abbiamo uno smart working diffuso. Penso che tutte le amministrazioni dovrebbero tentare di fare questo tipo di discorso”

La linea sembra pagare. “Stiamo facendo un concorso per duemila posti circa, che verranno fatti salire a seimila, e hanno fatto domanda in 67mila. Abbiamo anche appena assunto 350 informatici, e il primo di luglio prenderanno servizio 350 nuovi medici. E poi la stabilizzazione per altri 820 medici e la selezione appena aperta per i 3.014 lavoratori del call center che verrà internalizzato. Stiamo per assumere anche 15 avvocati dopo aver ricevuto ottomila domande”