Il contributo una tantum contro l’inflazione si è ampliato dopo la decisione di includere, oltre a lavoratori e pensionati, disoccupati, colf e chi prende il reddito di cittadinanza. Costerà 6,5 miliardi, ricavati dagli extraprofitti delle società energetiche. Non sarà per tutti automatico, alcune categorie dovranno richiederlo. Da definire diversi punti, fra i quali quelli per le Partite Iva
Arriverà nelle tasche di 32,5 milioni di italiani il bonus di 200 euro contro i rincari. Il contributo una-tantum, cioè per una volta sola, è ancora da mettere a punto, nonostante sia stato annunciato e modificato dal governo a inizio mese, ma sappiamo che interesserà più dei 28 milioni inizialmente previsti. Questa sorta d’indennità contro la cavalcata dell’inflazione andrà non solo a lavoratori e pensionati, ma anche a disoccupati, colf, stagionali e a chi prende il reddito di cittadinanza.
Chi deve fare domanda per il contributo
Costerà 6 miliardi e mezzo e sarà finanziato tassando le società energetiche che hanno esteso i loro profitti grazie alla corsa delle materie prime e che verseranno l’obolo in due tranche (la prima a giugno, la seconda a novembre). I primi a riscuotere i 200 euro, a luglio, saranno lavoratori dipendenti e pensionati con reddito massimo fino a 35 mila euro lordi l’anno (circa 1800 euro netti al mese): direttamente nella busta paga o nel cedolino. Un meccanismo automatico che varrebbe anche per chi riceve il reddito di cittadinanza, mentre gli altri dovranno fare domanda. Dunque: richiesta, probabilmente all’Inps, per chi è senza occupazione e per i collaboratori domestici (per loro, quindi, non saranno le famiglie a doverci pensare).
Incognite per le Partite Iva
Discorso diverso per i lavoratori autonomi: non ci sarà la soglia dei 35mila euro di reddito ma una più bassa non ancora messa nero su bianco, col risultato che – si stima – andrà solo a circa 400 mila Partite Iva. Se in famiglia sono in due a lavorare, e hanno tutti i requisiti, si avrà diritto a 400 euro. Restano pochi di fronte all'impatto degli aumenti, stimati in oltre 2mila euro a fine anno per una coppia con due figli, ma non si tratta dell’unico aiuto.
Gli altri aiuti contro i rincari
Oltre ai tagli fiscali della scorsa manovra, col decreto Aiuti arriva la proroga dello sconto (30 centesimi al litro) sui carburanti fino a luglio e i 60 euro per i mezzi pubblici. Confermata la riduzione di una serie di balzelli sulle bollette e, sempre per luce e gas, le agevolazioni per chi è in maggiori difficoltà.