
Sanzioni, ancora nessun accordo sul blocco delle importazioni di petrolio: cosa succede
Nei giorni scorsi l’Ue ha presentato un nuovo pacchetto di sanzioni, ma non entreranno in vigore finché non saranno approvate da tutti i Paesi membri e non si riesce ancora a trovare un compromesso. A opporsi è soprattutto l’Ungheria

L’Unione europea si sta dividendo sulle ulteriori sanzioni da imporre alla Russia per la guerra in Ucraina. Nell’ultimo pacchetto presentato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, c’è anche il blocco graduale delle importazioni di petrolio da Mosca, ma alcuni Paesi che dipendono molto da queste forniture stanno opponendo resistenza
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Come riferisce Politico, le ultime discussioni intavolate sul tema si sono chiuse senza un accordo nella giornata di oggi - domenica 8 maggio - e i funzionari europei dovrebbero ora lavorare a un nuovo piano prima che venga avviato un nuovo round di negoziati. La resistenza da vincere è soprattutto quella dell’Ungheria: il premier Viktor Orban ha comparato l’impatto di queste nuove sanzioni sull’economia ungherese a quello di una “bomba nucleare”
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L’Ungheria è uno dei Paesi che più dipendono dalla Russia per le importazioni di petrolio e avrebbe già ottenuto delle concessioni. Secondo l’ultimo piano, che Politico riferisce di aver esaminato, sia questo Stato che la Slovacchia avrebbero tempo fino alla fine del 2024 prima che l’embargo entri in vigore, mentre in Repubblica Ceca il periodo di transizione terminerebbe a fine giugno
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Non si tratta di un’esenzione da poco: la proposta dell’Ue prevede negli altri casi un blocco delle importazioni del petrolio greggio entro sei mesi e uno stop alle forniture di prodotti raffinati entro la fine dell’anno
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Ciò nonostante, ha detto un diplomatico a Politico, l’Ungheria continua a opporsi e “questo è il problema”. La testata riferisce che Orban aveva affermato che il suo Paese avrebbe avuto bisogno di un periodo minimo di cinque anni. Ora pare che voglia essere esentata del tutto. I negoziati sarebbero poi stati complicati anche dalla presa di posizione della Bulgaria, che chiede un periodo di transizione più lungo
L'analisi di Politico
In compenso, i rappresentanti dei 27 sarebbero riusciti a fare “progressi significativi” sulla maggioranza delle altre misure. Secondo gli osservatori, se anche l’Ue riuscisse a trovare un accordo su questo pacchetto, si dividerà di nuovo. Come fa notare Politico, si stanno infatti esaurendo i settori che può “colpire” nell’ambito delle sanzioni alla Russia senza causare problemi alla sua industria e alla sua economia. Il prossimo capitolo riguarderà probabilmente le forniture di gas

Questo problema è ancora più spinoso di quello del blocco graduale delle importazioni di petrolio e riguarda da vicino alcune delle più grandi economie del blocco, come Italia e Germania. Anche se questi Paesi si stanno attivando per diversificare i fornitori, non possono raggiungere l’obiettivo nel breve termine e c’è chi sostiene che uno stop alle forniture dalla Russia spingerebbe l’Europa in recessione

Per ora, il rischio di questo scenario sembra più legato alle modalità di pagamento del gas russo che non a una decisione di Bruxelles sul tema. Non a caso Mosca ha interrotto le forniture a Polonia e Bulgaria
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Per far fronte a un'ipotetica interruzone su larga scala, la Commissione europea dovrebbe approvare entro il 18 maggio un piano specifico. Lo riferisce El Pais, sostenendo che, in caso di emergenza i Paesi che hanno altre fonti di approvvigionamento, come la Spagna, dovranno condividere il proprio gas con gli Stati che facevano più affidamento su Mosca. Inoltre, aggiunge la testata, Bruxelles esigerà anche un razionamento dell’energia, a partire dal settore industriale

Intanto, durante una riunione in videoconferenza, i Paesi del G7 si sono impegnati a fermare l'import del petrolio russo. Lo riferisce la Casa Bianca dopo la video call tra i leader

“Dobbiamo slegarci dalle nostre dipendenze dal Cremlino”, ha detto nei giorni scorsi la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola (in foto) aggiungendo che non sarà facile arrivare all’approvazione di questo pacchetto di sanzioni: “Ma noi abbiamo un'unica possibilità in queste giornate delicate, ed è continuare a mostrare l'unità sulla posizione che noi abbiamo verso la Russia, perché la Russia trae vantaggio dalle potenziali divisioni, che fino ad ora non ci sono, per continuare nell'attacco brutale all'Ucraina”