Guerra Ucraina, il conflitto pesa sui conti dell’Italia

Economia

Simone Spina

Per il momento il governo sosterrà la nostra economia con i soldi a disposizione, senza ricorrere a deficit extra. Cinque miliardi saranno stanziati a breve per aiutare famiglie e imprese. Ma incombe il rischio della crisi energetica, amplificata dall’invasione russa. Lo scenario, già rivisto al ribasso, potrebbe peggiorare

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Basteranno i cinque miliardi di nuovi aiuti che ha promesso il governo a sostenere l’economia italiana? Nessuno al momento lo sa perché nessuno ha la sfera di cristallo. Mario Draghi ha garantito che sarà fatto di tutto per tutelare famiglie e imprese ma Palazzo Chigi vuole capire cosa deciderà l’Unione Europea: se ci sarà un piano continentale contro la crisi causata dalla guerra in Ucraina, sulla falsa riga di quanto messo in campo per la pandemia, se saranno adottate politiche comuni per contenere i prezzi dell’energia e quanto spazio avrà ciascun Paese per aumentare la spesa.

Nuovi aiuti con quello che c'è in cassa

Così nel nuovo Documento di Economia e Finanza italiano, la cornice entro la quale decidere come utilizzare i soldi pubblici, non si parla di extradeficit, cioè di chiedere altri denari in prestito ai mercati. Si va avanti con quello che c’è in cassa, per il momento. Cinque miliardi da distribuire nelle prossime settimane per sostegni alle aziende, calmierare il costo dell’energia, assistere i profughi ucraini. Si sommano ai quattro e mezzo già stanziati per raffreddare le bollette, mentre viene allungato al 2 maggio lo sconto per benzina e gasolio deciso a marzo con un taglio di 25 centesimi al litro delle accise.

Lo spettro della recessione

Il governo è ovviamente consapevole dei rischi del conflitto sulla crescita, tanto da stimare al 3,1 per cento il rialzo del prodotto interno lordo di quest’anno: sei mesi fa pensava che sarebbe arrivato al 4,7. Potrebbe andare peggio se la Russia chiudesse i rubinetti del gas e del petrolio. Non è un’ipotesi al momento in discussione, ha detto il premier, ma se accadesse, e se l’Italia non trovasse altrove quei carburanti, saremmo vicini alla recessione.

L'inflazione morde

La prudenza con la quale si muove il governo permette di mettere nero su bianco un alleggerimento del deficit, atteso al 5,6 per cento nel 2022, e a proseguire sulla strada della riduzione del debito pubblico, che rimane comunque a livelli stellari (quest’anno atteso al 147 per cento del Pil). Tra le tante variabili, quella pesantissima dell’inflazione, spinta dalla corsa dei prezzi dell’energia, anche questa legata alla durata del conflitto.  

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