
Regime forfettario, verso conferma tassazione al 15% entro i 65mila euro: le novità
Rimane l'imposta unica fissata per le partite Iva, che va a sostituire le imposte sui redditi, le addizionali e l'Irap. Il MoVimento Cinque Stelle propone un regime transitorio di due anni per chi supera il limite reddito annuale. Verso abolizione Irap per società di persone e studi associati, si discute sulla mensilizzazione delle ritenute d'acconto

Resta il regime forfettario al 15% per le partite Iva con ricavi e compensi entro i 65mila euro, sparisce l’Irap per gli studi associati e le società di persone. Sono due delle principali novità che sarebbero state discusse dal Ministero dell’Economia insieme a gruppi della maggioranza di governo
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Il governo, al lavoro sulle modifiche per la legge di delega fiscale, avrebbe dunque deciso di non toccare l’impianto che disciplina l’attuale regime forfettario. A riportarlo è ItaliaOggi
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Il punto sarebbe ancora dibattuto soprattutto tra centrodestra e Pd, con la Lega che vorrebbe tornare a un sistema diverso da quello derivato dalla Legge di Bilancio 2019
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Per il momento i tecnici del Mef non sarebbero però intenzionati ad apportare modifiche al regime forfettario. Una proposta che potrebbe diventare realtà arriva invece dal MoVimento Cinque Stelle
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È sempre ItaliaOggi a riportare come si andrebbe verso l’ipotesi di prevedere una “exit tax” per chi supera il limite annuo dei 65mila euro
Certificazione unica: le sanzioni per chi non rispetta il termine
Non sono ancora stati stabiliti i dettagli, ma si parla di uno scivolo di due anni senza cambiare tassazione, per poi entrare in regime fiscale ordinario
L’imposta unica del 15% fissata per le partite Iva, spiega l’Agenzia delle Entrate, va a sostituire le imposte sui redditi, le addizionali – regionali e comunali – e l’Irap

Oltre a non conseguire ricavi o percepire compensi oltre i 65mila euro, un altro requisito per poter accedere al regime in questione chiede di non aver sostenuto spese che superino i 20mila euro per lavoro accessorio, compensi a collaboratori e lavoro dipendente

È previsto poi l’obbligo di essere residenti in Italia, oppure in uno Stato membro dell’Unione europea o di un Paese che aderisce allo Spazio economico europeo, che garantisca, sempre che si produca in Italia almeno il 75% del reddito

Sul tavolo del Mef sarebbe poi arrivato il via libera anche all’abolizione dell’Irap per gli studi associati e le società di persone, oltre che una riforma delle ritenute d’acconto. L’ipotesi è che si vada verso un prelievo mensile da gennaio a giugno