Guerra Ucraina-Russia, cos'è il sistema Swift e perché se ne parla

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Tra le possibili sanzioni contro Mosca ce n'è una che alcuni descrivono come molto punitiva, mentre altri sostengono che avrebbe solo un impatto limitato. Il timore è che la misura possa ritorcersi anche contro gli Stati che decidono di ricorrervi

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Nella giornata di sabato 26 febbraio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha parlato di una nuova fase di rapporti tra Kiev e Roma. "Il presidente del Consiglio Mario Draghi in una conversazione telefonica ha sostenuto l'uscita della Russia da Swift e la fornitura di assistenza alla difesa", ha twittato. La posizione del nostro Paese su questo tema è stata ribadita qualche ora più tardi con una nota di Palazzo Chigi. "Draghi ha ribadito al presidente Zelensky che l'Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell'Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell'ambito Swift", si legge. Secondo l'ambasciatore ucraino in Italia Yaroslav Melnyk, “l'applicazione di tale sanzione costituisce un meccanismo efficace per influenzare il sistema finanziario del Paese aggressore e speriamo che permetterà di fermare l'attacco e salvare milioni di vite umani. Il tempo delle dichiarazioni è scaduto, è necessario agire subito e con decisione. E le sanzioni devono portare a un risultato davvero immediato". Il leader della Lega Matteo Salvini ha però espresso qualche perplessità: "Per fermare la guerra vale tutto e tutti i mezzi necessari vanno messi in campo, ma un conto è bloccare i patrimoni degli oligarchi, dei politici e dei guerrafondai. Se sospendiamo i pagamenti l'Italia rimane senza gas e poi bisogna correre ai ripari". E ancora: "Il gas che l'Italia compra lo paga in banca, non con il baratto e quindi è chiaro che se blocchi la possibilità di fare pagamenti bancari metti in conto che fra qualche settimana l'Italia possa rimanere al buio e al freddo" (LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTALA TESTIMONIANZA). Ma che cos'è il sistema Swift? E quali sono le considerazioni dell'Ue sulla questione?

Cos’è lo Swift

Swift sta per Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication ed è una cooperativa di istituzioni finanziarie istituita nel 1973 con sede in Belgio. Come ricostruisce Nbc, "non si tratta di una banca centrale ma agisce come un sistema di messaggistica sicuro" che collega migliaia di istituzioni finanziarie in oltre 200 Paesi e territori "e allerta le banche quando viene fatta una transazione". Prima che venisse creata questa rete di comunicazione, le banche ricorrevano al Telex per inviare comunicazioni scritte. Oggi, grazie allo Swift, possono verificare l’identità dell’istituto o dell’ente finanziario mittente o destinatario di un pagamento. Proprio grazie a questo meccanismo avvengono molte transazioni. Secondo quanto ha riferito la società, l’anno scorso ha ricevuto una media di 42 milioni di messaggi al giorno, l’11% in più rispetto al 2020, quando la Russia era responsabile dell’1,5% delle transazioni.

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Perché questa sanzione non è stata ancora applicata

Secondo la Cnn, imporre questa sanzione renderebbe quasi impossibile per le istituzioni finanziarie mandare denaro dentro o fuori la Russia. L’emittente cita inoltre Maria Shagina, visiting fellow dell’Istituto finlandese di affari internazionali, secondo cui questa mossa potrebbe rendere la moneta instabile e determinare un massiccio deflusso di capitali. Il New York Times evidenzia che questa strada limiterebbe la capacità della Russia di condurre transazioni finanziarie internazionali e costringerebbe banche, importatori ed esportatori a trovare un nuovo sistema per trasmettere i pagamenti. Oltre ad avere un impatto pesante sulla nazione, la misura si ritorcerebbe in parte anche su chi fa affari con Mosca. È il caso, per esempio, dell’Europa che proprio sulla Russia conta per gran parte della sua energia, scrive il quotidiano. Queste considerazioni potrebbero spiegare il motivo per cui l’esclusione dalla Swift non è ancora avvenuta. Tuttavia, potrebbe esserci anche un'altra ragione, totalmente opposta rispetto a quelle già citate. La sanzione potrebbe cioè avere un impatto limitato. Come spiega il Guardian, il capo di una grande banca russa ha detto che - nel caso si optasse per questa strada - potrebbe ricorrere ad altri sistemi per fare le transazioni. Non solo. Mosca potrebbe decidere di usufruire di meccanismi alternativi, come il cinese Cips - opzione che potrebbe a sua volta rinsaldare i legami tra la Russia e la Cina, a danno dell’Occidente.

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