
Caro bollette, le stime sugli aumenti e con quali misure il governo intende contenerli
La necessità di mettere mano ai rincari di luce e gas si fa sempre più pressante. Nuove stime evidenziano il tremendo impatto sulle tasche delle famiglie e persino su alcuni settori che hanno iniziato l'anno dovendo gestire una nuova crisi. L'intervento del governo promesso da Draghi potrebbe arrivare già nei prossimi giorni

Non solo bollette con cifre da record. I rincari di luce e gas rischiano di ripercuotersi in modo significativo sui prezzi al dettaglio, comportando costi aggiuntivi per le famiglie, e di mettere in seria difficoltà alcuni settori
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Questi incrementi, stima Assoutenti, “hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese, attività ed esercizi commerciali, che vengono scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio”. Secondo l’associazione per la tutela dei consumatori, il risultato potrebbe essere una maxi-stangata da 38,5 miliardi di euro sulle tasche delle famiglie italiane
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A lanciare l’allarme sull’aumento dei prezzi è anche l'Osservatorio The Wine Net, una rete nata nel 2017 tra sette grandi cooperative italiane vitivinicole. Secondo una sua recente analisi, l’aumento dei prezzi dei materiali e dell’energia potrebbero determinare aumenti del listino fino al 10%. Se così fosse, il costo finale del prodotto lieviterebbe del 20-30%
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Questo problema, si stima, potrebbe ripercuotersi sia sulle cantine che sulle aziende che riforniscono. Gli incrementi rischiano infatti di rendere alcuni prodotti non più appetibili per il consumatore e la grande distribuzione organizzata sta opponendo grosse resistenze ai cambi di prezzo. Il timore è che rivedere i listini a due mesi dall’ultimo aggiornamento possa minare il rapporto con la clientela. Contraccolpi potrebbero esserci anche sul mercato dell’export
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Secondo Assolombarda, il gas naturale in Europa ha registrato un'impressionante fiammata dei prezzi pari al +660% rispetto al pre Covid. "Per l'industria lombarda - dice Alessandro Spada - stimiamo un costo energetico quadruplicato nel 2022, dai 2 miliardi del 2019 agli 8,3. La salita dei prezzi si accompagna a problemi di disponibilità e strozzature nelle catene di approvvigionamento con quasi il 20% delle manifatturiere del Nord Ovest che segnala ostacoli alla produzione per mancanza di materiali e impianti a fine 2021 e lamenta tempi di consegna più lunghi"

Proprio per porre rimedio a questo scenario, che rischia di peggiorare con la crisi ucraina, Mario Draghi ha annunciato nei giorni scorsi l'arrivo di un ampio intervento. Il risultato dovrebbe essere un decreto che stanzi almeno le risorse del precedente intervento, ma l'obiettivo è trovarne ancora di più. Si parla di un budget di 5-7 miliardi e la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra ha detto che questa volta si dovrebbero anche "rafforzare i bonus sociali"

La maggior parte delle risorse sarebbero già state trovate. Si parte da una dote di circa 4 miliardi tra stretta sugli extraprofitti degli impianti a rinnovabili (circa 1,5 miliardi) e destinazione per intero a calmierare i prezzi di luce e gas delle aste di CO2. Altri stanziamenti potrebbero arrivare dai risultati del 2021 superiori alle aspettative sia sul fronte della crescita (+6,5% contro la stima di un +6%) che su quello del debito, che scende più velocemente del previsto

L’intenzione è quella di evitare un nuovo scostamento di bilancio, ma i partiti non sono completamente d’accordo. Secondo il centrista Antonio De Poli bisogna fare “debito buono", mentre il leader della Lega Matteo Salvini chiede di aumentare le estrazioni di gas e di riaprire il dossier nucleare

L’idea di pompare più gas sarebbe una soluzione strutturale al problema ed è una delle ipotesi al vaglio del governo. Negli ultimi giorni, il ministero della Transizione ecologica ha tra l’altro pubblicato un piano che individua le aree idonee alla prospezione e all'estrazione di idrocarburi su terra e offshore. Secondo diverse valutazioni l'Italia potrebbe raddoppiare la produzione nazionale, portandola dai 3,2 miliardi di metri cubi attuali a circa 7-8, e coprire così circa il 10% del consumo nazionale. L’operazione richiederebbe però del tempo

Un altro intervento al vaglio del governo è la fornitura di uno stock di energia a prezzo calmierato alle attività produttive, ma si starebbe ancora ragionando sulla cifra e sulle modalità per realizzarlo

Il problema del caro bollette riguarda da vicino anche i Comuni che temono di essere costretti a tagliare servizi ai cittadini per far tornare i conti. Proprio per sensibilizzare il governo su questo tema, nei giorni scorsi sono state spente le luci che illuminavano edifici e monumenti in diverse città italiane
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