
Le sanzioni della Russia all'Europa: dal prezzo di pane e pasta, tutte le ripercussioni
Nei giorni scorsi Coldiretti ha lanciato l'allarme, ricordando che Russia e Ucraina garantiscono circa un terzo delle esportazioni mondiali di grano. L’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione: il rischio è che un eventuale conflitto blocchi le spedizioni dai porti del Mar Nero, alimentando il rischio di carestie e tensioni sociali

La crisi in atto tra Ucraina e Russia gonfia i prezzi non solo del mercato energetico ma anche quello delle materie prime agricole, specialmente dei cereali. A dare l’allarme è stata nei giorni scorsi anche la Coldiretti, ricordando che i due Paesi garantiscono circa un terzo delle esportazioni mondiali di grano
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A preoccupare la Coldiretti è il fatto che un eventuale conflitto possa “danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero, causando un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali” e alimentando il rischio di carestie e tensioni sociali
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La Russia è il principale Paese esportatore di grano a livello mondiale, mentre l'Ucraina si colloca al terzo posto, è inoltre “quinta per i 36 milioni di tonnellate di mais per l'alimentazione animale e settima per i 25 milioni di tonnellate di grano tenero” per la produzione di pane, pasta, biscotti
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La Russia, inoltre, ha appena deciso di limitare dal prossimo 15 febbraio fino al 30 giugno le proprie esportazioni di grano, con l’obiettivo di contrastare l’aumento dell’inflazione interna
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Per di più, riporta il Corriere, a inizio febbraio Mosca ha vietato l’esportazione di fosfato di ammonio e di altri fertilizzanti azotati prodotti dal metano per almeno due mesi. Il blocco durerà quindi almeno fino ad aprile, una fase cruciale per le coltivazioni, e la mossa ha già fatto alzare i prezzi di mercato
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Già a gennaio l’indice dei prezzi alimentari della Fao ha fatto registrare il massimo di sempre, con i prezzi dei cereali che sono aumentati del 12,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente

L’emergenza riguarda direttamente l’Italia, che importa il “64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti”. Nel 2021 ha importato “oltre 120 milioni di chili di grano dall’Ucraina e circa 100 milioni di chili di grano dalla Russia”

Negli ultimi 4 anni si è passati “da 543mila ettari di grano tenero coltivati in Italia agli attuali poco meno di 500mila ettari, per una produzione di circa 2,87 milioni di tonnellate”, con effetto l’aumento della dipendenza dall’estero

Infine, a causa del caro energia in Italia, con rincari di oltre il 50% per il gasolio, sono raddoppiati i costi delle semine per la produzione di grano. E così salgono i prezzi di pane, pasta e biscotti. A fine gennaio, il prezzo internazionale del grano è aumentato di quasi il 10% in una sola settimana

Per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, occorre "nell'immediato garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non scendano sotto i costi di produzioni, in forte aumento per i rincari delle materie prime alla base dell'alimentazione degli animali, come il mais"

Prandini ha osservato inoltre che "il Pnrr è fondamentale per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale e noi siamo pronti per rendere l'agricoltura protagonista utilizzando al meglio gli oltre 6 miliardi di euro a disposizione per superare le fragilità presenti e ridurre la dipendenza dall'estero"