
L'Ufficio parlamentare di bilancio e il ministero dell'Economia hanno stimato l'impatto del nuovo meccanismo di prelievo fiscale sulle persone fisiche. A guadagnarci di più, in termini assoluti, sarà chi ha un reddito alto, ma il governo sostiene che anche chi appartiene al ceto medio basso avrà dei vantaggi: ecco perché

Tra gli interventi recepiti in Manovra, c’è anche la rimodulazione delle aliquote Irpef, finanziata con 7 miliardi di euro. Col nuovo schema, gli scaglioni passano da cinque a quattro ed è prevista la cancellazione del prelievo al 41%
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Sui redditi fino a 15mila euro si applicherà infatti l'aliquota del 15%, su quelli tra 15 e 28mila euro quella del 25%, su quelli tra 28mila e 50mila euro quella del 35% mentre per quelli superiori il prelievo sarà del 43%
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Ci si è chiesto spesso chi avrebbe beneficiato di questa riforma. Sul tema si è espresso di recente anche l’Ufficio parlamentare di bilancio, un organismo indipendente che svolge una funzione di vigilanza sulla finanza pubblica. Secondo le sue simulazioni, "il complesso degli interventi esaminati comporta una riduzione del prelievo di circa 264 euro medi pro capite (circa l’uno per cento del reddito disponibile) per 27,8 milioni di contribuenti, pari a circa due terzi del totale”
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C'è però una fascia che ne trarrà maggiore vantaggio. Secondo l'Upf, "la riduzione di imposta in valore assoluto è maggiore nelle classi di reddito medio-alte, con un beneficio medio di circa 765 euro per i contribuenti con reddito imponibile tra i 42.000 e i 54.000 euro, fascia maggiormente interessata dalla operazione di regolarizzazione delle aliquote marginali per i lavoratori dipendenti e che consegue anche il beneficio massimo in termini relativi (2 per cento)"
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Questi contribuenti, rileva l'Upb, costituiscono solo il 3,3% del totale ma usufruiranno del 14,1% delle risorse. Un altro 20% andrà a chi ha un reddito compreso tra i 12mila e 18mila euro, pari al 16% del totale. Nel loro caso il beneficio sarà pari a 229 euro, mentre si ridurrà sensibilmente per chi ha un reddito inferiore ai 12mila euro. Secondo l'Upb, "le prime due classi, dove si concentra circa il 36,9 per cento dei contribuenti, beneficiano di circa il 6,7 per cento delle risorse complessive"

Guardando al profilo dei lavoratori, rileva l’Upb, la riforma avvantaggerà di più i dipendenti ai quali andrà il 55% delle risorse, pari a 4 miliardi di euro. Seguono i pensionati, che beneficeranno nel complesso di 2,9 miliardi. Come si traduce questo? La riduzione di imposta media maggiore per i dipendenti sarà di 190 euro, contro i 178 dei pensionati e i 105 dei lavoratori autonomi

L’Upb rileva anche che, nel pubblico impiego, la maggior parte delle risorse andrà agli impiegati mentre i dirigenti otterranno meno del 3% del totale. Questi ultimi potranno tuttavia beneficiare di una riduzione media di imposta di 368 euro, più elevata rispetto a quella degli impiegati (266 euro) e degli operai (162 euro)

L'Upb rileva infine l'impatto sulle famiglie e osserva che "il 20% delle famiglie in condizione economica meno favorevole, che sono già sostanzialmente escluse dall’ambito di applicazione dell’Irpef a causa dell’elevato livello dei redditi minimi imponibili, non sono coinvolte dalla revisione dell’Irpef"

L’impatto della riforma è stato esaminato anche dal ministero dell’Economia. Da alcune tabelle, riprese dal Corriere della Sera, emerge che avrà un risparmio maggiore - pari a 945 euro all’anno - chi ha un reddito di 40mila euro. Non solo. Come sottolinea il quotidiano, questa cifra sale a 1.772 euro nel caso di famiglia monoreddito con un figlio a carico, per effetto degli 827 euro di importo del nuovo assegno unico familiare

L'assegno unico per i figli è una delle misure che il governo ha citato per dimostrare che anche chi appartiene al ceto medio-basso avrà dei benefici, oltre allo sconto sui contributi che verseranno i lavoratori meno ricchi. Secondo l’esecutivo, saranno questi lavoratori a trarre più vantaggi dall’effetto complessivo di queste misure
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Chi ha un reddito tra i 12 e i 24mila euro, per esempio, lo vedrà salire dell’1,2% con questa riforma