
Inps, assegno unico figli: cosa è previsto per i genitori separati o divorziati
Da marzo 2022, la nuova misura sostituirà le detrazioni in busta paga e i bonus per le famiglie. La somma andrà ripartita in pari misura tra coloro che esercitano la cosiddetta responsabilità genitoriale. Ma c'è anche il caso dell'affidamento esclusivo

Da marzo 2022 l'assegno unico sostituirà le detrazioni per i figli in busta paga e i bonus per il nucleo familiare. Il nuovo beneficio è destinato a tutti i genitori dal 7° mese di gravidanza fino ai 21 anni di ciascun figlio. Ma ecco cosa è previsto in caso di genitori separati o divorziati
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In teoria l’assegno spetta al genitore che per primo invia la domanda all’Inps ma è anche possibile fruire del beneficio al 50% e dividerlo tra entrambi i genitori. I casi di separazione o divorzio complicano la gestione
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Come si legge sul Corriere, "in caso di affidamento esclusivo l’assegno spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario mentre nel caso di nomina di un tutore legale, l’assegno è riconosciuto nell’interesse esclusivo del minore tutelato". Nei casi di separazione e divorzio l’assegno inciderà sul contributo al mantenimento nei casi in cui uno dei due genitori ceda l’assegno all’ex marito o all’ex moglie. Gli accordi di separazione dovranno quindi tener conto del contributo statale
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Nel caso di separazione o divorzio quindi l’assegno andrà ripartito in pari misura tra coloro che esercitano la cosiddetta responsabilità genitoriale. Nel caso in cui ci sia accordo tra le parti (i genitori) chi dei due richiede l’assegno dovrà indicare nella domanda all’Inps anche i dati anagrafici del secondo genitore
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Serviranno comunque le circolari dell’Inps per chiarire i dettagli su questi casi, ad esempio, se il genitore non affidatario deve comunque validare la richiesta dell’assegno. L'assegno unico, misura varata per fare ordine tra i vari bonus per la famiglia, riguarderà 7,2 milioni di famiglie con importi diversi in base al reddito. Decisivo ai fini dell'importo sarà l'Isee
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L'assegno unico spetta a tutte le famiglie, per ogni figlio a carico, dal settimo mese di gravidanza al compimento del 21° anno. Dai 18 anni in poi, però, è necessario che il figlio sia iscritto a un percorso di formazione o alle liste di collocamento o svolga il servizio civile universale. Niente limiti di età se il figlio è disabile

Altri requisiti sono: cittadinanza italiana, europea o un permesso di soggiorno almeno di 6 mesi; residenza da almeno due anni in Italia, anche non continuativi; un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di almeno 6 mesi. Necessario anche pagare l’imposta sui redditi
L’importo massimo per ciascun figlio minorenne è di 175 euro al mese. L’assegno spetta in misura piena alle famiglie che hanno un Isee pari o inferiore a 15mila euro. Per chi presenta invece Isee superiori, il contributo si riduce gradualmente, fino a un valore pari a 50 euro al mese con un Isee a 40mila euro.

Per Isee che superano i 40mila euro (o in assenza di Isee) l’importo resta stabile a 50 euro. Sarà riconosciuto un contributo extra, da valutare caso per caso, alle famiglie numerose, a quelle con figli disabili e alle madri under 21

Dal 1° gennaio 2022 sarà possibile presentare domanda all'Inps o ai patronati con l'Isee 2022. L’assegno avrà validità di un anno, da marzo 2022 a febbraio 2023 . Il contributo sarà corrisposto anche a chi riceve il Reddito di cittadinanza secondo un particolare calcolo