In alcuni casi il datore di lavoro può comunicare telematicamente al dipendente la cessazione del rapporto lavorativo. Con la sentenza n.29753/2017 la Corte di Cassazione ha chiarito che “confermando che il licenziamento debba essere fatto in forma scritta, non significa che ci debba per forza essere una lettera o un documento cartaceo”
Recentemente si sta parlando molto della legittimità dei licenziamenti tramite email, in particolare a seguito della vicenda dei 442 dipendenti di una multinazionale, la GKN, che sono stati avvisati della cessazione del loro contratto in modalità telematica
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Dal 9 luglio i lavoratori di GKN sono rimasti a casa senza stipendio dopo che l’azienda aveva comunicato il licenziamento con una semplice email. La giusta motivazione, in questo caso, è stata la chiusura dello stabilimento
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Una sentenza del Tribunale di Firenze ha però annullato questo tipo di licenziamento collettivo, non perché fatto via email, ma perché mancante di un avviso tempestivo che permettesse ai sindacati di consultarsi e dialogare per trovare una soluzione alternativa
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Nel nostro ordinamento, alcune sentenze hanno già previsto che un datore di lavoro possa licenziare un dipendente via email. Diverso è il caso del licenziamento collettivo che deve seguire una precisa procedura volta a trovare strade alternative e con conseguenze inferiori per i lavoratori
Tornando al licenziamento via email legittimo, la sentenza della Corte di Cassazione numero 29753 del 2017 chiarisce che “pur confermando che il licenziamento debba essere fatto in forma scritta, non significa che ci debba per forza essere una lettera o un documento cartaceo. Questo requisito è assolto in tutte le ipotesi in cui il lavoratore riceve un documento scritto nella sua materialità”
Sono esclusi dalla legittimità del licenziamenti via email i casi in cui i contratti prevedano espressamente che la comunicazione avvenga per lettera. Salvo quindi specifiche, in definitiva, la cosa importante è che il lavoratore abbia ricevuto la comunicazione, non la modalità adottata
Ci sono stati anche casi in cui si è ritenuto legittimo il licenziamento via sms o WhatsApp. Due esempi sono le sentenze del tribunale di Catania del 27 giugno 2017 e della Corte di Appello di Roma del 23 aprile 2018
La motivazione con la quale è stato dichiarato legittimo il licenziamento tramite messaggio sul telefono o sull’app di messaggistica è proprio che la comunicazione debba avvenire in forma scritta ma senza che sia chiarito attraverso quale mezzo
Il licenziamento via email, sms o app di messaggistica diventa illegittimo se si dimostra di non aver ricevuto la comunicazione o se il mittente non è chiaramente identificabile
È sempre illegittima, invece, la comunicazione del licenziamento che avvenga solo in forma orale senza essere seguita da alcuna comunicazione scritta attraverso qualsiasi mezzo