Bologna, Logista licenzia 90 persone con un messaggio su Whatsapp

Cronaca

A darne notizia è il sindacato Si Cobas che accusa come molti dei lavoratori siano in ferie e "nessuno di loro in questi due anni di pandemia" si sia "mai fermato a riposare". Alla base del licenziamento la volontà della multinazionale di delocalizzare l'attività in altri siti italiani

“Da lunedì 2 agosto lei sarà dispensato dall’attività lavorativa. Cordiali Saluti”. Un messaggio Whatsapp di 80 caratteri, spazi inclusi, per licenziare i dipendenti della sede bolognese di Logista, multinazionale monopolista nella distribuzione del tabacco.

Le parole del sindacato

Sono le 22 di sabato 31 luglio quando sui cellulari di una 90ina di persone (addetti al magazzino, personale impiegatizio, addetti alla vigilanza e personale delle pulizie) arriva una notifica sul più popolare sistema di messaggistica Web. Meno di 36 ore per scoprire di non avere più un lavoro. A darne notizia è il sindacato Si Cobas. “Molti di loro sono in ferie. Nessuno di loro in questi due anni di pandemia si era mai fermato a riposare, perché i tabacchi si sa sono considerati attività essenziale. Persino di fronte allo scoppio di un focolaio la multinazionale non aveva voluto chiudere un solo giorno. E così mentre gli operai si godono il loro riposo, Logista Italia SpA porta avanti il suo piano di ristrutturazione e approfittando di una crisi generale che però non ha subito, licenzia tutti".

La delocalizzazione

Logista sarebbe intenzionata a delocalizzare l'attività in altri siti italiani, spostando i magazzini ad Anagni e Tortona, dove – secondo il sindacato – "il costo del lavoro è più basso, ci sono ancora le cooperative, si lavora ancora 12 ore al giorno, i livelli di inquadramento sono i più bassi previsti dal CCNL, non ci sono buoni pasto", insomma, "dove non ci sono diritti". Per il Si Cobas, infatti, il problema del sito di Bologna non sarebbe legato alla produttività ma al costo del lavoro considerato eccessivo. "I più anziani sono lì da 15 anni e ricordano bene cosa fosse il far west della logistica: 15/16 ore di lavoro, buste paga a 900 euro, nessuna sicurezza, caporalato e sfruttamento. A quel tempo Logista era felice del suo sito produttivo all'Interporto di Bologna. Nel 2013 i lavoratori iniziarono ad organizzarsi con il Sicobas e ottennero dapprima il rispetto dei diritti basilari, poi un netto miglioramento delle loro condizioni economiche, livelli di inquadramento adeguati, buoni basto e premi di produttività etc etc, ma soprattutto ottennero la loro dignità. Logista non chiude per crisi ma per fame di profitto".

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