
Reddito di cittadinanza, pensioni e fisco: cosa ci aspetta a settembre
L’agenda economica del governo si preannuncia particolarmente intensa a partire dalla ripresa delle attività parlamentari. Diverse le divisioni all’interno della maggioranza, in particolare sui temi ritenuti più spinosi quali Quota 100 e la riscossione delle cartelle esattoriali

Reddito di cittadinanza, pensioni, fisco, delocalizzazioni e ammortizzatori sociali. Sono tanti i temi da affrontare in programma da settembre nell’agenda economica del governo. Nella maggioranza sono diverse le divisioni, a partire dalle questioni considerate più spinose come il reddito di cittadinanza e Quota 100
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Sul Rdc i 5 Stelle non intendono rinunciare al loro provvedimento bandiera: Giuseppe Conte ha aperto a eventuali modifiche ma è pronto a difendere la misura. Al contrario, tutto il centrodestra vuole rivedere il reddito, mentre Matteo Renzi ha prospettato un referendum per abolire il sussidio
Cartelle esattoriali, il 31 agosto scade la rata rottamazione di maggio 2020
Altro tema da affrontare è Quota 100, provvedimento fortemente voluto dalla Lega, che scade a fine anno: da gennaio non ci sarà quindi più la possibilità di uscita anticipata con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi. Ma Matteo Salvini ha già detto chiaramente che non permetterà un ritorno alla legge Fornero
Decreto Sostegni, dal bonus lavoratori sportivi alla Cig: quali sono le scadenzeSu Quota 100 il governo punta a evitare interventi troppo costosi come nuove Quote o forme di uscita anticipata per tutti, e valuta piuttosto di ricorrere agli strumenti esistenti a cominciare dall'Ape sociale, l'anticipo pensionistico previsto per i soggetti in determinate condizioni che abbiano compiuto almeno 63 anni di età

Altra questione in agenda è la riforma del Fisco che rientra tra quelle da approvare nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il governo avrebbe dovuto varare un ddl delega entro luglio ma il provvedimento è slittato a settembre

L'impegno è di partire dalla bozza di proposta approvata dalle commissioni Finanze di Camera e Senato sulla base dell'indagine conoscitiva condotta per sei mesi. Il Parlamento ha chiesto di ridurre l'Irpef per i contribuenti della terza fascia di reddito (quella tra 28mila e 55mila euro), di superare l'Irap, di semplificare l'Ires e la normativa Iva, e di sfoltire le micro tasse

La linea è stata indicata prima della pausa estiva dal ministro dell'Economia, Daniele Franco: addio all'Irap, rimodulazione delle aliquote Iva, taglio del cuneo, un unico codice tributario e niente patrimoniale. L'obiettivo è costruire un nuovo impianto dell'Irpef più progressivo ma con gradualità. Lo scoglio restano però le risorse

Al momento sul piatto ci sono 2-3 miliardi ma sarà la legge di bilancio la sede per definire le coperture effettive. E l'incognita Covid richiede massima prudenza per non mettere a rischio i conti. Nonostante il compromesso raggiunto in Parlamento, restano forti divisioni tra le forze politiche sul Fisco. La legge delega dovrebbe contenere quindi solo delle indicazioni di principio, mentre le questioni più spinose saranno rinviate ai decreti delegati

Da settembre riparte anche il dossier riscossione: l'Agenzia delle Entrate-Riscossione tornerà a notificare "gradualmente" milioni di cartelle e altri atti che son stati congelati dall'8 marzo 2020 per l'emergenza Covid da una serie di provvedimenti che si sono succeduti

Le cartelle ferme, secondo fonti dell'Agenzia delle Entrate-Riscossione, sono circa 20-25 milioni e solo per 4 milioni ripartiranno le notifiche da qui alla fine dell'anno, ma saranno spalmate nei quattro mesi che vanno da settembre a dicembre

L'ipotesi è di scaglionare le cartelle congelate nell'arco di due anni. C’è inoltre un progetto di riforma della riscossione che prevede di rivedere il meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi e che contempla una più stretta integrazione tra l'Agenzia delle Entrate-Riscossione e l'Agenzia delle Entrate

Si ipotizza inoltre un accesso più massivo all'Anagrafe dei rapporti finanziari e alla banca dati delle fatture elettroniche per facilitare i pignoramenti. Il governo dovrà poi varare il ddl sulla Concorrenza, slittato a settembre per non aggiungere tensioni a quelle già in essere sulla riforma penale

Altro capitolo riguarda le delocalizzazioni: la bozza del decreto legge che il ministro del Lavoro Andrea Orlando e il viceministro allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, stanno predisponendo dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri in tempi brevi. Ma la maggioranza cerca ancora la sintesi e al momento restano diversi i punti di convergenza, a partire dal tema delle sanzioni che renderebbe meno attrattivo il contesto italiano per le multinazionali
Ancora in stand-by invece l'attesa riforma degli ammortizzatori sociali: il ministro Orlando ha presentato l'impianto a sindacati e imprese, ma resta il rebus delle risorse con cui coprire l'intera operazione. Su un binario parallelo viaggia anche il dossier sulle politiche attive sul quale Orlando ha anticipato l'avvio di un nuovo tavolo con le parti sociali per il 2 settembre