
Arriva la clausola per assumere da aziende in crisi: cosa prevede
L'atto di indirizzo del ministro Giorgetti prevede che chi riceverà contributi pubblici dovrà dare la corsia preferenziale a disoccupati, percettori di sostegno al reddito o residenti nel territorio dell'investimento. Ecco tutti i dettagli

Le aziende che beneficeranno di incentivi, agevolazioni o misure di sostegno finanziario, nel caso in cui sia previsto un incremento occupazionale, si dovranno impegnare a dare priorità nelle assunzioni ai lavoratori residenti nel territorio che percepiscano sostegni al reddito, o siano rimasti senza lavoro per procedure di licenziamento collettivo e, successivamente, ai lavoratori di aziende in crisi. Lo prevede una 'clausola di priorità' che il Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha comunicato con atto di indirizzo
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L'atto di indirizzo, firmato dal capo di gabinetto e indirizzato a tutte le Direzioni generali del Mise (oltre che ai viceministri Alessandra Todde e Gilberto Pichetto Fratin), introduce quindi una 'clausola di preferenza per l'assunzione dei lavoratori di aziende in crisi', che impegna le aziende che beneficeranno di incentivi, agevolazioni o misure di sostegno finanziario
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Su indicazione del ministro si invitano quindi tutte le Direzioni generali del Ministero ad inserire questa clausola negli atti di prossima adozione "che comportino la concessione di incentivi, agevolazioni o misure di sostegno finanziario a valere su risorse Mise comunque denominate, ove compatibile"
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La clausola prevede che i soggetti beneficiari, nel caso in cui sia previsto un incremento occupazionale, si impegnino "a procedere prioritariamente", "all'assunzione dei lavoratori residenti nel territorio ove viene localizzato l'investimento che risultino percettori di interventi di sostegno al reddito, ovvero risultino disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo e, successivamente, dei lavoratori delle aziende del territorio di riferimento coinvolte dai tavoli di crisi attivi presso il Mise"

Sempre sul fronte delle imprese, poi, sono in arrivo risorse per sostenere quelle create da donne. Il Governo Draghi a partire da settembre attiverà il Fondo a sostegno dell'imprenditoria femminile

L’obiettivo: “Stimolare la nascita di start up e imprese sostenibili guidate da donne", ha annunciato la viceministra Todde

I decreti attuativi per il Fondo (finanziato con 20 milioni di euro nel 2021 e 20 milioni nel 2022) e l'attivazione del 'Comitato impresa donna' sono in fase di registrazione alla Corte dei Conti

Il fondo "finanzierà interventi per sostenere l'avvio delle attività, investimenti e rafforzamento della struttura finanziaria e patrimoniale delle imprese femminili"

Una specifica attenzione verrà data "ai settori di alta tecnologia, programmi di formazione e orientamento a favore dell'imprenditorialità femminile", ha detto ancora Todde

Da ricordare che, durante la pandemia, la nascita di imprese femminili ha subito un rallentamento e oggi in Italia sono il 22% delle imprese sono guidate da donne