Secondo l’Istituto di statistica a livello nazionale l’input di lavoro complessivo, misurato in termini di numero di occupati, è aumentato nel 2019 dello 0,5%
L’occupazione cresce al Nord-est, ristagna al Sud. A livello nazionale l’input di lavoro complessivo, misurato in termini di numero di occupati, è aumentato nel 2019 dello 0,5%. La crescita non è stata omogenea in tutte le ripartizioni. Lo rileva l'Istat nel Rapporto sui conti economici territoriali negli anni 2017-2019. Più nel dettaglio, la tradizionale dicotomia tra Nord e Sud viene confermata da una crescita dell’occupazione sensibilmente al di sopra della media nazionale nel Nord, grazie principalmente al contributo del Nord-est. Il Centro e, soprattutto, il Mezzogiorno fanno registrare invece incrementi inferiori.
Nel Nord-est gli occupati risultano in crescita dell’1,2% rispetto al 2018, essenzialmente grazie all’aumento dell’1,4% nei Servizi e dello 0,9% nelle Costruzioni, cui si contrappone una lieve diminuzione, pari a -0,2%, degli occupati in agricoltura. Nel Nord-ovest la crescita dell’input di lavoro (+0,6%) è lievemente superiore alla media nazionale, per effetto di un incremento consistente del numero di occupati in Agricoltura (+3,4%) e di aumenti più contenuti nell’Industria (+0,8%) e nei Servizi (+0,5%), mentre le Costruzioni hanno fatto registrare una contrazione dello 0,4%.
Al Centro l’occupazione nel 2019 è cresciuta dello 0,3%, sintesi di un aumento degli occupati nei Servizi (+0,5%) e di flessioni generalizzate in tutti gli altri settori produttivi. Infine, il complesso degli occupati nel Mezzogiorno è aumentato solo dello 0,1%, con una dinamica positiva solo per il settore dei Servizi (+0,3%); le Costruzioni registrano una flessione di quasi due punti percentuali e l’Industria (-0,3%) e l’Agricoltura (-0,1%) riduzioni contenute.